Il teatro diventa popolare per le vie della città
Oltre tremila persone hanno assistito al presepe vivente. In un sabato dove tutti corrono per fare i regali, il popolo si è fermato per 40 minuti in piazza. Chiodi (regista). «Il teatro parla al cuore di tutti, credenti e non credenti»
Oltre tremila persone hanno assistito alla sacra rappresentazione sul sagrato della basilica di San Vittore. Sono vent’anni che questo straordinario evento popolare si ripete nel cuore di Varese. Un vero miracolo se si pensa che partecipano ben quattrocento comparse, tutti attori e coristi non professionisti guidati dalla mano sapiente del regista teatrale Andrea Chiodi, mai banale e sempre attento a dare una lettura attuale alla natività. «È stata un’edizione speciale – ha detto il regista – perché era la ventesima. Io e questa rappresentazione siamo cresciuti insieme con la consapevolezza che si tratta di una forma di teatro popolare, cioè fatto col popolo, come era il teatro popolare del Trecento».
L’enorme affluenza che ha caratterizzato questa edizione è il frutto del grande lavoro fatto in tutti questi anni. Uno sforzo organizzativo che i varesini hanno ripagato con una presenza carica di calore e affetto. «Ho voluto raccontare – spiega Chiodi – le grandi domande di Maria e Giuseppe partendo proprio dall’antico testamento, da una preghiera ebraica, un padre nostro in cui il popolo d’Israele si chiede: “Che cosa accadrà di noi?”. Maria e Giuseppe danno una risposta: “Arriverà il messia”».
Andrea Chiodi cita il maestro Giovanni Testori: il teatro entra nella città, il teatro si fa piazza. «Credo che questo sia un segnale importante per Varese – conclude il regista – dove spesso si discute dell’assenza della cultura o della troppa cultura. Invece proviamo a pensare che a pochi giorni dal Natale, in un sabato dove tutti sono di corsa per fare i regali, il popolo si è fermato per 40 minuti in piazza per guardare e ascoltare questa rappresentazione. E tra loro c’era sicuramente chi crede e chi non crede perché il teatro parla al cuore di tutti».
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