L’Anpi, con Jovica Jovic, ricorda lo sterminio di rom e sinti
Domenica 27 gennaio l'Anpi ospita per il Giorno della Memoria il fisarmonicista rom, figlio di un deportato ad Auschwitz

In occasione del Giorno della Memoria l’Anpi Gallarate, come tutti gli anni, organizza la celebrazione dell’evento, con una manifestazione istituzionale al Cimitero Maggiore di Gallarate, la mattina del 27 gennaio alle ore 11.00, e quest’anno propone anche una pièce musicale la sera dello stesso giorno, alle ore 21.00, nei locali del Circolo Arnatese Cuac.
La pièce musicale è affidata a Jovica Jovic, con il titolo emblematico “Na Bistren Amen” (Non dimenticateci).
È anche una scelta politica che rimanda all’attualità: «Samudaripen – si legge nel comunicato di Anpi – è il vocabolo con cui Jovic definisce lo sterminio dei popoli nomadi, così come il vocabolo Shoah definisce l’olocausto degli ebrei. A seguito delle vicende ormai tristemente note a livello nazionale, relative allo sgombero del Campo Sinti della città di Gallarate, l’Anpi cittadina ha inteso riproporre un pezzo di storia conosciuto in modo talvolta superficiale rispetto all’interezza di ciò che ha rappresentato. Ebrei, inevitabilmente i primi della lista, anche semplicemente per numero; ma non solo: avversari politici, zingari, disabili, omosessuali sono stati tutti vittime di un progetto di purificazione della razza, che non è iniziato con queste parole, ma con toni più pacati, con l’indifferenza dei più, se non l’apprezzamento. Un progetto iniziato con l’idea di un uomo nuovo, di pura razza ariana, che doveva necessariamente liberarsi da tutto ciò che deviava l’immagine costruita a tavolino dell’uomo ariano: disabilità, malattie, “perversioni”, pelli e occhi troppo scuri, nasi adunchi e quant’altro non rispecchiasse il nuovo ideale. Ricordare l’odio per non rendersi complici dello stesso odio, della stessa indifferenza, con il rischio che gli eventi prendano a seguire un corso simile e differente, ma altrettanto pauroso».
«Nel clima di intolleranza che da qualche tempo si respira nel Paese così come in città, Jovica ci ha tenuto particolarmente a portare la sua musica e la sua storia. Infatti, Na Bistren Amen (Non dimenticateci), il titolo della serata, altro non è che il titolo di una canzone scritta da suo padre al ritorno da Auschwitz, dove fu internato per la sola colpa di essere Rom, zingaro, dunque deviante, reo di sporcare, o rischiare di sporcare, la futura razza ariana.
E così l’artista, il 27 gennaio, presso i locali della Cuac di Gallarate, porterà la cultura, la musica e la storia di una famiglia, ma anche di un’etnia, da sempre guardata con sospetto, diffidenza e talvolta rancore, con l’auspicio che queste parole servano, ancora, a non ricommettere errori che potrebbero costare nuovamente la vergogna di una umanità, sacrificata all’altare del perbenismo e dell’omologazione sociale».
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