L’umanità non è mai stata così bene
Oltre la percezione ci sono i dati per conoscere la realtà. Our world in Data è un sito interattivo che compara lunghissimi periodi storici di tutti gli stati del mondo. Escono immagini diverse da quelle che potremmo pensare
Non sarà il migliore dei mondi possibili, ma certamente l’umanità non è mai stata così bene.
Non è uno slogan semplicistico basato sui buoni sentimenti. Prendetevi del tempo, si, perché una volta cliccato qui farete fatica ad abbandonare questo giacimento di dati, e andate a guardare Our world in Data. È un sito interattivo che compara lunghissimi periodi storici di tutti gli stati del mondo analizzando diverse categorie che vanno dalla demografia, alla salute, al lavoro, sicurezza, cibo, ambiente e tanto altro.
È impossibile fare un elenco delle informazioni contenute. Prenderemo solo alcuni dati per riflettere su cosa è cambiato nell’ultimo secolo e dove stiamo andando.
L’ASPETTATIVA DI VITA
Questo è un parametro relativo, ma certamente ci interessa tutti. Alla fine della prima guerra mondiale in Italia l’aspettativa di vita era di 45 anni e mezzo. Nel 2015 è salita a quasi 83 e il nostro paese è in cima alla classifica mondiale per l’aspettativa dei bambini di dieci anni.
L’aspettativa di vita – come scrive Max Roser – è aumentata rapidamente dall’Illuminismo. Le stime suggeriscono che in un mondo premoderno, povero, l’aspettativa di vita era di circa 30 anni in tutte le regioni del mondo. All’inizio del 19 ° secolo iniziò ad aumentare nei primi paesi industrializzati mentre rimaneva bassa nel resto del mondo. Ciò ha portato a un’elevata disuguaglianza nel modo in cui la salute è stata distribuita in tutto il mondo. Buona salute nei paesi ricchi e persistente cattiva salute in quei paesi che sono rimasti poveri. Negli ultimi decenni questa disuguaglianza globale è diminuita. Paesi che non molto tempo fa soffrivano di cattiva salute stanno recuperando rapidamente. Dal 1900 l’aspettativa di vita media globale è più che raddoppiata e ora si avvicina a 70 anni”.
LA NATALITA’ E L’ETA’ MEDIA
Il nostro paese con un’età media di 45,9 è il più vecchio dopo il Giappone (46,3). Come noi la Germania e tutta l’Europa supera comunque i 40 anni.
“La grande transizione demografica – spiega sempre Max Roser – che il mondo ha conosciuto più di un secolo fa sta volgendo al termine: la crescita della popolazione mondiale ha raggiunto il picco cinquanta anni fa e il calo della fertilità sta lentamente facendo perdere il suo slancio. Questo non vuol dire che nutrire e sostenere una popolazione mondiale ancora in aumento sarà facile, ma siamo certamente sulla via di un nuovo equilibrio, dove non è come nel nostro lungo passato in cui l’alta mortalità teneva sotto controllo la crescita della popolazione. In futuro sarà la bassa fertilità che manterrà la popolazione mondiale lontana dalla crescita che abbiamo finora conosciuto”.
LA POVERTA’
L’incidenza globale della povertà estrema è scesa da quasi il 100% nel 19° secolo, al 10,7% nel 2013. Mentre questo è un grande risultato, non c’è assolutamente alcun motivo per essere compiacenti: un tasso di povertà del 10,7% significa una povertà totale di 746 milioni di persone.
È l’Africa il continente con il maggior numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà. La ripartizione per continente è la seguente:
383 milioni in Africa
327 milioni in Asia
19 milioni in Sud America
13 milioni in Nord America
2,5 milioni in Oceania
0,7 milioni in Europa
LA DEMOCRAZIA
La democrazia è un risultato molto recente. Malgrado chiaro scuri, non abbiamo mai avuto un numero così alto di paesi democratici. I dati indicano che il successo economico va di pari passo con la democrazia. I paesi che hanno democratizzato per primi sono soprattutto quei paesi che per primi hanno raggiunto la crescita economica. Gli attuali tassi di crescita economica nei paesi più poveri del mondo danno quindi speranza per un’ulteriore democratizzazione in tutto il mondo.
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