Una mostra dedicata a “La primavera di Praga 1968-’69”

La mostra verrà inaugurata 25 gennaio ore 18,30: interverranno Pamela Campaner, Curatrice della mostra e Simona Calboli, responsabile della gestione del Centro Ceco di Milano

Generico 2018

La Fondazione Sant’Agostino, da quasi vent’anni anni impegnata in ambito educativo, ha creduto che educare le giovani generazioni fosse la sfida più impegnativa e nobile che una comunità di adulti potesse intraprendere, per questo ha sempre voluto sostenere i giovani indicando loro orizzonti ampi e coraggiosi.

Con il progetto del nuovo edificio, che dall’anno scolastico 2018/2019 vede unite  ell’unica sede di via Dalmazia presso l’ex Conciaria Cornelia tutte le scuole
Manfredini, dalla Primaria ai Licei, la Fondazione ha deciso di dare nuova forza alla propria mission: far entrare a scuola tutto ciò che nel nostro panorama culturale si muove per cercare il vero, che cioè sa di buono, di bello e di grande.

Questo è lo spirito con cui la Fondazione Sant’Agostino ha deciso di inaugurare la propria proposta culturale con la mostra La primavera di Praga 1968-’69, un racconto per immagini dall’arrivo delle truppe sovietiche il 21 agosto 1968 all’immolazione di Jan Palach nel gennaio 1969. L’inaugurazione sarà il 25 gennaio, anniversario dei funerali di Jan Palach, alle ore 18.30 presso gli spazi “Stabilimenti Conciaria Arte e Caffè 1911” progettati dalla Fondazione come luogo d’incontro di arte, società e politica.

Il recupero architettonico di questo luogo ha volutamente avuto come riferimento importanti spazi espositivi europei, dove è possibile offrire al pubblico un luogo di incontro, studio e arte.

La mostra, patrocinata dal Centro Ceco di Milano e curata da Dana Kyndrovà e Pamela Campaner in collaborazione con Leica Gallery Praga, è introdotta dal racconto dalla mattina del 21 agosto quando i carri armati dell’esercito composto dalle truppe di alcuni Stati aderenti al Patto di Varsavia (Unione Sovietica, Bulgaria, Polonia, Ungheria e Repubblica Democratica Tedesca) invasero la Cecoslovacchia spegnendo le speranze nate con le riforme attuate nei primi mesi di quello stesso
anno. All’inizio del 1968, infatti, la Cecoslovacchia avviò un processo di democratizzazione non gradito al Partito comunista di Mosca che temeva la riacquisizione della piena sovranità politica del Paese e un conseguente collasso del blocco sovietico. Quello che doveva essere un avvertimento e una presenza temporanea divenne, come sappiamo, una vera e propria occupazione a cui la popolazione inerme tentò vanamente di opporsi.

La mostra si chiude con le fotografie del funerale di Jan Palach, il diciannovenne studente di filosofia che il 16 gennaio 1969 si diede fuoco davanti al Museo Nazionale in Piazza Venceslao. Morì dopo tre giorni di agonia. I suoi funerali furono una vera e propria manifestazione anti-regime e il suo atto passò alla storia come simbolo della protesta contro l’occupazione militare sovietica. Per l’allestimento, curato dall’artista varesino Andrea Albanese, saranno coinvolti anche gli studenti
della classe seconda del Liceo artistico “Mons. E. Manfredini”: la classe si occuperà di collaborare con la preparazione degli allestimenti sotto la supervisione dell’artista Andrea Albanese e curerà come progetto didattico il catalogo multimediale della mostra stessa inaugurando la collana editoriale “1911 Arte in Manfredini”.

Nella realizzazione dell’evento saranno coinvolti anche gli studenti delle classi del triennio dei Licei Classico, Scientifico e delle Scienze applicate che verranno formati per diventare guide a supporto dei visitatori della mostra.

“Il coinvolgimento degli studenti in questo progetto” spiega Antonella De Giorgi, Direttore Generale delle Scuole Manfredini “rispecchia la nostra scelta di sviluppare nuove modalità didattiche che mettano al centro la persona nell’esperienza dell’apprendimento. Parlare oggi di Europa a questi ragazzi senza raccontare loro le grandi divisioni che hanno segnato la nostra storia recente sarebbe fallimentare. Investiamo per crescere degli adulti che possano dare il loro contributo alla società”. Aggiunge Marco Bartolomei, Presidente della Fondazione Sant’Agostino: “L’obiettivo del percorso formativo che questa istituzione ha scelto è quello di restituire alla comunità e al territorio ciò che è stato ricevuto. Per questo sono convinto che questa mostra così piena di speranza con cui abbiamo voluto aprire i nostri spazi alla città di Varese renda ancor di più le Scuole Manfredini un punto di
riferimento educativo e formativo per genitori, famiglie, insegnanti e cittadini”.

Nel giugno 2018 le fotografie de La primavera di Praga 1968-’69 sono state esposte a Palazzo Reale a Milano come evento di apertura della Milano Photoweek. Va ricordato che le stampe non sono purtroppo originali dell’epoca, ma stampe moderne da scansioni dei negativi originali.

Infatti in Cecoslovacchia non era possibile far circolare fotografie dell’invasione sovietica o del funerale di Jan Palach, ma i fotografi hanno accuratamente conservato, talvolta nascosto, le pellicole. Scrive Milan Kundera ne L’insostenibile leggerezza dell’essere: “[…] invece l’invasione della Cecoslovacchia del 1968 è stata fotografata, filmata, depositata negli archivi di tutto il mondo. I fotografi e gli operatori cechi capirono che proprio loro potevano fare l’unica cosa che si potesse ancora fare: conservare per un lontano futuro l’immagine di una violenza. Tereza passò sette giorni interi sulle strade a fotografare soldati e ufficiali russi in ogni genere di situazioni compromettenti. I russi non sapevano che fare. Avevano ricevuto precise istruzioni su come comportarsi se qualcuno avesse sparato contro di loro o gettato delle pietre, ma nessuno aveva dato ordini su come reagire se qualcuno avesse puntato su di loro l’obiettivo di una macchina fotografica”.

Dana Kyndrová, fotografa ceca figlia di Libuše Kyndrová di cui alcuni scatti vengono proposti in mostra, per anni ha cercato le immagini tra i fotografi amici della madre, i loro eredi, i collezionisti e anche negli archivi di molte istituzioni. Nella versione della mostra italiana curata da Pamela Campaner, il racconto si arricchisce di pannelli esplicativi e materiali audiovisivi. Sono inoltre previsti due incontri di approfondimento:

– Inaugurazione 25 gennaio ore 18,30: relatori Pamela Campaner, Curatrice della mostra e Simona Calboli, Responsabile della gestione del centro Ceco di Milano.
– Incontro di approfondimento 29 gennaio ore 21.00 presso l’Aula Magna delle Scuole Manfredini.

LA PRIMAVERA DI PRAGA 1968-‘69
25 gennaio – 22 febbraio 2019
Stabilimenti Conciaria Arte e Caffè presso Licei Manfredini, via Merano 5, Varese
Ingresso libero
Inaugurazione 25 gennaio ore 18.30
Interverranno Pamela Campaner, Curatrice della mostra, e Simona Calboli, Responsabile della gestione del Centro Ceco di Milano.
La mostra è aperta al pubblico nei seguenti orari:
Lunedì e venerdì: 7.30 – 17.00
Martedì, mercoledì e giovedì: 7.30 – 16.00
Sabato: 15.30 – 19.30
È possibile prenotare una visita guidata in qualunque momento mandando una mail a comunicazione@scuolamanfredini.it.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Gennaio 2019
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