Non luogo a procedere per i “Vessilli neri”

In 13 di fronte al Gup per un gruppo facebook “chiuso” accusato di atti di discriminazione razziale

Avarie

L’accusa era pesante, cioè di aver dato luogo ad una associazione a delinquere finalizzata alla propaganda di atti di discriminazione razziale via Facebook.

Il gruppo era – è – chiuso, ma visibile ai naviganti, come visibili erano parte dei contenuti portati all’attenzione della procura della repubblica di Varese che attivò l’azione penale contestando a 13 persone il reato associativo in base ad una legge del 1975 che punisce tra l’altro, l’incitazione per motivi razziali ed etnici.

Per la difesa – patrocinata dagli avvocati Jacopo Maioli, Fabio Bascialla, e Marco Antonini – «non è possibile parlare di reato associativo», spiega l’avvocato Jacopo Maioli.

«I post ci sono, ed eventualmente va valutata la loro potenziale lesività dell’altrui onorabilità».

Siamo dunque nel campo della diffamazione, altrimenti dell’ingiuria ma non dell’associazione a delinquere, insomma.

Una tesi accettata dal giudice per l’udienza preliminare che ha emesso sentenza di non luogo a procedere per tutti, rigettando la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero.

Si attendono, a giorni, le motivazioni della sentenza.

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Pubblicato il 16 Gennaio 2019
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