Occupazione -1,6%, contratti più stabili e più donne in azienda
Resi noti i dati dell'Osservatorio del lavoro di Confartigianato Imprese Varese. Quasi il 90% della forza lavoro è assunta a tempo indeterminato, con una flessione del 4,8% dei contratti a tempo determinato per effetto del decreto dignità
Il bicchiere servito dall’Osservatorio del mercato del lavoro di Confartigianato Imprese Varese, in questo inizio d’anno, è mezzo vuoto. Ma se lo si osserva da vicino, nella metà piena appaiono cambiamenti strutturali interessanti. Il dato negativo, cioè la flessione dell’1,6% dell’occupazione nel 2018, è il risultato del rallentamento della crescita e di una domanda interna ancora troppo debole. Una tendenza al ribasso coerente con quanto avvenuto nell’ultimo anno segnato da una crescente tensione e incertezza internazionale, alimentata dalla guerra commerciale tra Usa e Cina e dalla Brexit. Non proprio lo scenario ideale per un’economia votata all’export come la nostra. (nella foto da destra: Davide Galli e Giulio Di Martino)
Un quadro che Davide Galli, imprenditore meccanico e presidente di Confartigianato, conosce bene e che completa con un ulteriore tassello: il fallimento del quantitative easing (QE) e del fondo centrale di garanzia per le pmi. «I tassi di interesse continuano a crescere – dice Galli – e, nonostante la politica monetaria della Bce, le pmi non hanno ricevuto maggior credito e non si è ridotto nemmeno il macigno del debito pubblico che ci porta via sovranità. L’unico beneficio lo hanno avuto le banche che hanno messo a posto i loro bilanci». E senza un accesso al credito a tassi ragionevoli e un clima di fiducia nel sistema difficilmente un imprenditore fa investimenti. Di conseguenza calano le assunzioni e l’occupazione in generale.
Il dati forniti dall’osservatorio sul lavoro di Confartigianato sono estratti da un gruppo campione molto rappresentativo: 1500 piccole e medie imprese e 9.300 lavoratori. Tra i risultati più interessanti ci sono quelli relativi all’occupazione femminile che, nel corso dell’ultimo anno, è aumentata del 2,52%, e la stabilizzazione dei contratti in essere. «Il fatto che in azienda sia aumentato sensibilmente il numero delle lavoratrici – spiega Giulio Di Martino, responsabile dell’area contrattualistica e bilateralità di Confartigianato Imprese Varese – è doppiamente confortante perché rileva l’avvicinamento delle piccole e medie imprese a politiche di conciliazione vita e lavoro e welfare aziendale. Inoltre l’89,88% dell’intera forza lavoro è assunta a tempo indeterminato, con una flessione del 4,8% dei contratti a tempo determinato per effetto del decreto dignità».
Le piccole aziende tendono dunque a stabilizzare il loro personale, tendenza che viene confermata dalle fasce di età presenti in azienda dove prevalgono i lavoratori “maturi”, cioè dai 46 ai 56 anni e oltre (39,6%), quelli con maggiore esperienza e professionalità. I numeri non mentono e a proposito di invasioni e di immigrati che tolgono il lavoro agli italiani, quelli elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato Imprese Varese rivelano che nel 2018 il numero di lavoratori stranieri che lavorano in provincia di Varese è rimasto invariato rispetto all’anno prima.
Strutturarsi, senza snaturare la loro dimensione artigianale, è l’altro trend che emerge dal campione dall’osservatorio. Le aziende con più di dieci dipendenti sono aumentate del 7,96% nel corso di un anno, mentre sono diminuite del 3,85% quelle con un solo dipendente. Aumentano anche le srl e le società in accomandita semplice (+2,35%), mentre diminuiscono le ditte individuali e quelle in nome collettivo. «Nessuno di noi – conclude Galli – è abituato a sottrarsi alle responsabilità e al rischio di impresa ma la patrimonializzazione d’impresa e la sua salvaguardia sono sempre più una necessità anche per la tutela dell’occupazione».
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