Strasburgo approva la relazione Comi sui ritardi nei pagamenti
La relazione dell'eurodeputata saronnese è stata approvata a larga maggioranza. Invita gli Stati membri a tenere i problemi relativi ai ritardi di pagamento al centro dell'agenda politica
È stato approvato in seduta plenaria al Parlamento Europeo di Strasburgo il report della Forzista Lara Comi sull’implementazione della direttiva UE sui ritardi di pagamento. La relazione dell’eurodeputata saronnese è stata approvata a larga maggioranza (570 voti favorevoli su 619 votanti).
«È inammissibile fallire per crediti non riscossi – ha spiegato Lara Comi dopo l’approvazione -. I ritardi di pagamento sono la causa di un fallimento su quattro nell’Unione europea. Vogliamo mettere fine a questa pratica dannosa che ha un effetto negativo sullo sviluppo delle imprese europee, in particolare le PMI».
Il testo approvato prevede il miglioramento del comportamento in materia di pagamenti nell’UE attraverso una combinazione di misure giuridiche e volontarie e invita gli stati membri a promuovere l’attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento in tutte le sue parti.
«La direttiva sui ritardi di pagamento del 2011 nella pratica sta funzionando, ma si deve fare di più – ha detto Comi -. Proponiamo misure correttive che migliorerebbero il comportamento imprenditoriale e consentirebbero una maggiore consapevolezza per le imprese, in modo da avere conoscenza dei loro diritti e poter beneficiare di questa legge comunitaria. È chiaro che anche la pubblica amministrazione gioca un ruolo fondamentale – prima di tutto, è necessario dare il “buon esempio” pagando i fornitori entro i termini del contratto».
La relazione invita gli Stati membri a tenere i problemi relativi ai ritardi di pagamento al centro dell’agenda politica e a scoraggiare comportamenti commerciali dannosi. Si invitano inoltre le autorità a fornire maggiori informazioni e formazione ai nuovi imprenditori, in particolare alle PMI, in materia di gestione del credito e delle fatture e a incoraggiare e migliorare i controlli, rendendoli più rigidi, in particolare presso le grandi imprese, nonché il ricorso a sanzioni amministrative.
«Ricordo al governo italiano che per pagare i debiti della pubblica amministrazione è possibile sforare il vincolo del 3%. Non ci sono quindi più scuse per non pagare questi debiti», ha concluso Lara Comi.
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