Calano i bimbi iscritti all’asilo in Italia: Varese in controtendenza
Tra i 3 e i 5 anni 1 bimbo su 10 non frequenta la scuola dell'infanzia, il doppio rispetto al 2007
Sempre meno bambini frequentano le scuole dell’infanzia in Italia. E non dipende solo dal calo demografico in atto, ma da una tendenza strutturale: considerando i bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, dieci anni fa solo 1 su 20 (4,4%) non era iscritto alla scuola materna, mentre ora a non frequentare l’asilo è in media 1 bimbo su 10 (8,9%). Il doppio. Ma non a Varese.
La situazione nazionale non è allarmante, perché l’Italia si mantiene, da questo punto di vista, nettamente al di sopra degli “Obiettivi di Barcellona” circa la diffusione del servizio di scuola materna. Attualmente il 91,1% dei bambini italiani tra i 3 e i 5 anni frequentano l’asilo, oltre lo standard europeo fissato al 90%. (La stessa cosa non si può dire per gli standard dei servizi nido italiani, ben lontani dal 33% indicato dagli obiettivi comunitari). Solo la media delle regioni del sud della Penisola risulta poco al di sotto di questo standard (89,8%). La parabola intrapresa però vede arretrare il nostro Paese su questo fronte e non va sottovalutata: il rischio di scivolare sotto gli standard europei non è poi così lontana, e le politiche di sostegno al reddito per le famiglie per ora sono concentrate sui primi tre anni di vita del bambino.
La buona notizia è che Varese per ora sembra sfuggire a questa tendenza negativa, iscrivibile in larga parte alla crisi economica e che ha registrato la maggiore accelerazione negli anni compresi tra il 2011 (4,9% i bimbi non iscritti alla materna) e il 2014, quando la percentuale dei non iscritti è arrivata al 7,9%.
In questo stesso periodo a Varese il numero di bambini iscritti alla materna è aumentato non solo in termini percentuali ma anche assoluti: +3%, passando dai 23.707 iscritti del 2010 ai 24.414 iscritti del 2014 (dati Istat e del Bes2018 – Rapporto sul Benessere equo e sostenibile pubblicato a dicembre – elaborati da Openpolis).
Assieme a Varese, altre province hanno registrato incrementi positivi in controtendenza rispetto alla contrazione nazionale. Ad esempio in Emilia (Parma, +6,3%, Bologna, +3%, Ravenna, +3,7%, Piacenza, +3,2%), nel Lazio (Viterbo, +3,8%, Latina, +3,9%; Frosinone, +3,8%) e in Toscana (Siena +4,42%, Pisa, +4%, Grosseto +3%) e in altre realtà come Rovigo (+4,9%), Cuneo (+3%), Mantova (2,8%), Monza (2,7%).
Tutte realtà dove anche il tenore di vita risulta più alto rispetto alla media nazionale. Il dato economico sembra quindi ripercuotersi sui bambini e sull’accesso ai servizi per l’infanzia.
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