La cosmetica italiana cresce del 14%

Nel triennio tra il 2016 e il 2018 il fatturato del settore è salito del 14% per una cifra che si avvicina ai 12 miliardi di euro. Giovanni Foresti direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo ha commentato: «Questi risultati sono il frutto di investimenti mirati»

parrucchiere

Secondo l’analisi della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, la competitività delle imprese italiane della cosmetica è molto alta. Nel triennio tra il 2016 e il 2018 il fatturato del settore è salito del 14% per una cifra che si avvicina ai 12 miliardi di euro. Il settore conta sulla presenza di un buon numero di imprese di dimensioni medie e grandi: sono 115 le aziende con un fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro e 43 quelle con un giro d’affari superiore ai 50 milioni di euro.

Trainanti i mercati esteri dove l’export è salito del 30% circa. In pochi anni la cosmetica italiana ha portato il proprio avanzo commerciale sopra i 2,5 miliardi di euro; si tratta di un risultato eccezionale, soprattutto se si considera che si partiva da un saldo lievemente negativo nella prima metà degli anni Novanta.

Spiccano i livelli di eccellenza espressi dalle aziende del settore in termini di redditività: nel 2017 l’EBIT margin per le imprese di produzione di cosmetici è stato pari all’8,8%, 2,7 punti percentuali in più rispetto al manifatturiero italiano. Solo la farmaceutica ha fatto meglio col 9,6%. Gli elevati margini unitari hanno consentito alle imprese del settore di rafforzare la propria patrimonializzazione, salita al 30% circa (in % del totale del passivo), cinque punti percentuali in più rispetto al 2015.

Sono dodici le province italiane altamente specializzate nella cosmetica: nell’ordine Lodi, Cremona, Parma, Roma, Bergamo, Milano, Firenze, Monza e Brianza, Como, Bologna, Torino e Padova. È alta la concentrazione delle imprese del settore in Lombardia dove una serie di fattori ha favorito la nascita di un meta-distretto altamente specializzato, forte di alte competenze chimiche, contaminazione creativa con altri comparti del Made in Italy (come moda e design), capacità di anticipare le tendenze, di proporre prodotti innovativi, di altissima qualità, fortemente personalizzati e personalizzabili e corredati da packaging accattivanti.

Giovanni Foresti della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e curatore dello studio, ha commentato: «Questi risultati non sono casuali, ma sono il frutto di investimenti mirati in comunicazione, qualità, sostenibilità, sicurezza, internazionalizzazione, tecnologia e capitale umano. La quota di imprese della cosmetica con marchi registrati a livello internazionale, certificati di qualità, brevetti, partecipate estere e certificati ambientali è significativamente più alta rispetto al complesso del manifatturiero italiano. Non a caso in questo comparto il peso delle immobilizzazioni immateriali è quattro volte tanto il dato medio italiano».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Febbraio 2019
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