L’Italia ha perso nel 2018 tanti abitanti quanti ne vivono nella città di Varese
Crescono gli over 65enni che sono 13,8 milioni e rappresentano il 22,8% della popolazione totale. L’età media delle donne al parto tocca per la prima volta la soglia dei 32 anni

Nel 2018 l’Italia ha perso tanti abitanti quanti ne vivono nella città di Varese. Anzi, pure qualcosina in più. Lo ha certificato l’Istat che al 1 gennaio 2019 stima che la popolazione italiana ammonti a 60 milioni 391mila residenti, oltre 90mila in meno sull’anno precedente.
Nel 2018 si sono conteggiano 449mila nascite, ossia 9mila in meno del precedente minimo registrato nel 2017. Se giocassimo al famoso confronto che ha spopolato sui social network nei giorni scorsi, la #tenyearschallenge, il panorama è drammatico: rispetto al 2008 risultano 128mila nati in meno.
I decessi sono 636mila, 13mila in meno del 2017. In rapporto al numero di residenti, nel 2018 sono deceduti 10,5 individui ogni mille abitanti, contro i 10,7 del 2017.
La differenza tra i dati di nascite e morti ci dice che il saldo naturale nel 2018 è negativo (-187mila), risultando il secondo livello più basso nella storia dopo quello del 2017 (-191mila).
La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55 milioni 157mila unità (-3,3 per mille). I cittadini stranieri residenti sono 5 milioni 234mila (+17,4 per mille) e rappresentano l’8,7% della popolazione totale.
CHI ARRIVA E CHI VA
Il saldo migratorio con l’estero, positivo per 190mila unità, registra un lieve incremento sull’anno precedente, quando risultò pari a +188mila. Aumentano sia le immigrazioni, pari a 349mila (+1,7%), sia le emigrazioni, 160mila (+3,1%).
I flussi in ingresso, perlopiù dovuti a cittadini stranieri (302mila), hanno toccato il livello più alto degli ultimi sei anni. Solo 40mila emigrazioni per l’estero, su complessive 160mila, coinvolgono cittadini stranieri.
Tra i cittadini italiani continuano a essere più numerose le partenze dei ritorni. Nel 2018 risultano, infatti, 47mila rimpatri e 120mila espatri.
Le regioni che accolgono più immigrati dall’estero sono quelle del Nord che attraggono 6,8 neocittadini ogni mille residenti, contro una media nazionale del 5,8 per mille (Figura 6). Tra le regioni del Nord il massimo si riscontra nella Provincia di Bolzano (7,7 per mille). Nelle regioni del Centro il tasso di immigrazione dall’estero risulta pari al 6,0 per mille e il massimo si riscontra in Toscana (6,7 per mille). Il Mezzogiorno, infine, presenta in media una capacità attrattiva minore (4,3 per mille) rispetto al resto del Paese, con l’eccezione di Molise (8,4), Abruzzo (6,6) e Calabria (6,4) nelle quali il tasso immigratorio dall’estero supera il valore medio nazionale.
In associazione al fatto che nel Nord si registrano maggiori flussi in arrivo, si aggiunge che in tale ripartizione geografica risultano più rilevanti anche i flussi in uscita in rapporto al numero di residenti (3,1 per mille, 2,6 a livello nazionale), cosicché il ricambio annuale di popolazione ha una dimensione maggiore. Nel Centro e nel Mezzogiorno, invece, le emigrazioni per l’estero risultano inferiori in termini relativi, rispettivamente pari a 2,5 e 2,1 per mille residenti. Ai livelli minimi si collocano, in particolare, la Basilicata (1,5 per mille), la Campania (1,6) e la Puglia (1,8).
CRESCE L’ETA’ MEDIA DELLE DONNE CHE PARTORISCONO
Il numero medio di figli per donna (1,32) risulta invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto continua a crescere, toccando per la prima volta la soglia dei 32 anni.
La fecondità misurata lungo le varie generazioni femminili, anziché per anni di calendario, non ha mai smesso di calare. Tra le donne nate nel 1940 e quelle del 1968 la fecondità diminuisce con regolarità da 2,16 a 1,53 figli.
SI VIVE PIU’ A LUNGO
Nel 2018 si registra un nuovo aumento della speranza di vita alla nascita. Per gli uomini la stima è di 80,8 anni (+0,2 sul 2017) mentre per le donne è di 85,2 anni (+0,3).
Cresce (solo) il numero di anziani
Prosegue la crescita, in termini assoluti e relativi, della popolazione di 65 anni e più. Al 1° gennaio 2019, infatti, gli over 65enni sono 13,8 milioni e rappresentano il 22,8% della popolazione totale. L’aumento continuo della popolazione al di sopra di una determinata soglia di età è in linea col quadro di progressivo invecchiamento e si deve principalmente alle riduzioni di mortalità che hanno avuto luogo nei decenni antecedenti.
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