Primo maggio a Varese, più di 2000 persone in corteo

"La nostra Europa: lavoro, diritti, stato sociale": è questo il titolo che CGIL CISL UIL hanno scelto per celebrare la festa del lavoro 2019 a Varese

Primo maggio: in piazza Monte Grappa

Sono stati oltre 2000 i partecipanti al corteo del primo maggio a Varese, organizzato dai sindacati confederali Cgil, Cis e Uil, quest’anno intitolato a “La nostra Europa: lavoro, diritti, stato sociale“.

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La manifestazione, partita alle 9.30 da Piazza Repubblica ha raggiunto un’ora dopo piazza Monte Grappa dove si sono alternati gli interventi di delegate e delegati dai luoghi di lavoro e dal territorio: le conclusioni, a nome di CGIL CISL UIL, sono state poi pronunciate da  Giulio Romani, segretario CISL nazionale ed ex Segretario Generale della First Cisl (sindacato dei bancari e degli assicurativi).

Come è ormai tradizione, durante la manifestazione sul palco, non è mancata la musica: ad intervallare gli interventi, c’è stata una bella novità: il concerto live della band “Judy in the case”.

“COSTRUIRE L’EUROPA UNITA PER GARANTIRE IL LAVORO”

«Oggi il lavoro è minacciato da politiche contrarie ai lavoratori, e l’unica soluzione per evolvere dal punto di vista sociale e del lavoro è costruire un’Europa diversa, più responsabile, capace di mettere da parte le divisioni tra stati e di fare un percorso di unità vera.: sulla politica fiscale, sulla politica estera, sull’accoglienza sugli investi menti e sul lavoro – ha detto Giulio Romani, segretario CISL nazionale  – Se non ci fosse l’Europa, o dovessimo uscire dall’Europa, avremmo subito il default del debito pubblico, e non ci sarebbe piu lavoro in Italia. E se oggi ci sono le condizioni di pace all’interno delle quali il lavoro è possibile, quelle ci sono da quando hanno cominciato a costruire l’Europa. Settantaquattro anni di pace non c’erano mai stati, e sono stati possibili perchè si è lavorato per l’Europa Unita».

Primo maggio: in piazza Monte Grappa
Giulio Romani

“A VARESE VINCE CHI PUNTA SULLO SVILUPPO, ANCHE DELLE RISORSE UMANE”

«A Varese la situazione per il lavoro purtroppo è ancora preoccupante: un giovane su 4 è disoccupato, e chi è occupato per la maggior parte lavora con contratti precari. Ci sono ancora infortuni sul lavoro e malattie professionali, gli over 45 faticano a rientrare nel mondo del lavoro dopo essere stati espulsi dalle ristrutturazioni – sottolinea il segretario della Cgil Umberto Colombo – Però ci sono dei segnali positivi: le aziende che innovano in prodotto, nel processo ma anche nelle risorse umane, quindi nella formazione e nella qualificazione delle lavoratrici e dei lavoratori sono quelle che hanno combattuto la crisi e hanno prospettive di sviluppo. Oggi siamo qui in tanti per dire che è necessaria un’inversione di tendenza in questo senso»

“PER DARE SVILUPPO AL PAESE CI VUOLE IL LAVORO: EDILIZIA E METALMECCANICO I SETTORI PIU’ IN CRISI”

«Alcuni settori importanti dell’industria stanno soffrendo in maniera piu importante di altre – spiega Antonio Massafra, segretario generale della Uil di Varese – La prima è la categoria delle costruzioni, che in provincia di Varese è stata depotenziata di oltre il 60 per cento: tra i 16mila lavoratori persi nel 2018, 5000 sono lavoratori edili e dell’indotto: come lavoratori delle cave di sabbia, lapidei, i lavoratori del legno e del cemento. Quest’ultimo è un settore particolarmente in crisi: avevamo 8 grandi gruppi in Italia, ora si sono ridotti a tre, si producevano 42milioni di tonnellate di cemento, ora ci siamo ridotti a 16milioni. Infine, c’è un altro settore fortemente in crisi: quello metalmeccanico. I grandi gruppi oramai stanno aprendo situazioni di crisi in tutta Italia: per Varese mi riferisco soprattutto alla Whirlpool, dove ci sono problemi grossi legati soprattutto al settore impiegatizio, e al gruppo Leonardo, dove le difficoltà si sentono anche in provincia di Varese. Tra le nostre proposte al Governo ci sono quelle che puntano al rilancio di questi settori, in particolare di quello edile: chiediamo in particolare degli incentivi forti nel settore della costruzione, per rilanciare grandi opere e infrastrutture e per mettere in sicurezza le scuole dove stanno i nostri bambini. Basterebbe questo per dar respiro al settore, dare sviluppo al Paese e reddito alle famiglie. Solo con il lavoro il Paese può ripartire»

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Maggio 2019
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