Casa all’asta: amaro destino per una proprietà del Plan di Bregano
Si era rifiutato di pagare le spese condominiali ritenendole non dovute. L'opposizione denuncia nuovamente l'anomalia del condominio

Nuovo doloroso atto per il Plan di Bregano. Andrà presto all’asta una casa con annesso garage di un proprietario che non ha versato le spese condominiali.
La ragione occorre cercarla sempre nella diatriba di “condominio” di questo complesso di ville a schiera costruito negli anni ’70.
Da tempo Maurizio Fulgenzi e Gianni Armiraglio si battono nei tribunali per vedere cancellare quella definizione di “condominio” che ha di fatto cambiato gli impegni economici di chi ha acquistato casa appena completata l’opera edilizia: «Il condomino – spiega Fulgenzi in una nota a Firma “Casa degli Italiani” lista con cui è stato eletto in consiglio comunale a Bregano – non è proprietario delle così dette “parti comuni” (che comuni non sono) ed ha anche sporto una denuncia per truffa, di cui non si è minimamente tenuto conto, motivata dalle richieste di spese per proprietà non sue volte però a nascondere il “falso condominio”, denuncia prontamente e come al solito archiviata. In realtà il condomino, come ampiamente dimostrato, non possiede tali parti comuni che sono di proprietà di altre persone, neppure condomini, come risulta dai rispettivi rogiti, alle quali persone si bada bene di non chiedere nulla come morosità altrimenti, è chiaro, cadrebbe tutto il castello di carta del “sedicente condominio Plan di Bregano”».
Numerosi gli atti giudiziari e le azioni che Fulgenzi e Armiraglio hanno intentato nel corso degli anni con esiti contrari alle loro aspettative. Sentenze che loro considerano non corrette tanto da spingerli a proseguire in altre sedi la loro battaglia.
L’azione che è avvenuta anche a livello amministrativo, con domande formali poste al sindaco su cui si è aperto anche un caso in Prefettura per il comportamento dello stesso primo cittadino.
I problemi per il Plan, dunque, proseguono : «I casi di persone costrette a pagare spese condominiali del Plan di Bregano per proprietà non loro – accusa Fulgenzi – si stanno moltiplicando e su questi persone vengono fatte pressioni e minacce di ingiunzione se non si sottomettono a questo sistema palesemente illegale. Ai nuovi proprietari vengono, ovviamente, imputate le spese delle così dette “parti comuni” che, inconsapevolmente, pagano. Quanti siano i casi non è noto ma dimostrano inequivocabilmente la natura non supercondominiale del Plan di Bregano. Recentemente ci si è resi conto che per gli immobili abitativi del Plan di Bregano e per le autorimesse esistono soltanto delle licenze edilizie irregolari (nulle) mentre per le “parti comuni” non vi è alcuna licenza. Gli immobili, quindi, potrebbero essere tutti abusivi ed i rogiti di vendita tutti nulli per il disposto della Legge 765/67 come sancito anche dalla Corte di Cassazione con Sentenza a Sezioni Unite n. 8230 del 29/01/2019 o dallo Studio n. 5389/C del Consiglio Nazionale del Notariato».
«Penso – conclude Fulgenzi – che non sia necessario aggiungere altro ricordando che nel passato era stato proposto un tavolo di discussione presso la Prefettura di Varese, mai attuato e due richieste di commissariamento del Comune di Bregano, ambedue respinte. Poi in Italia si vuole la politica del cambiamento, quando non si riesce, o meglio non si vuole riuscire, a far rispettare le leggi, neppure in un comune di poco più di ottocento abitanti. E poi si parla di mafia».
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