Tragedia di via Pozzi, la risposta della comunità

Il sindaco Silvana Alberio: «Grazie a tutti, anche all'albergatore che ci ha aiutati ospitando gratis le famiglie sfollate»

Avarie

«Davvero un gesto di grande cuore. È stato compreso appieno il momento e la difficoltà attraversata da queste persone: sono molto orgogliosa della nostra comunità».

Queste parole del Sindaco Alberio descrivono Gavirate il giorno dopo. Due morti per il monossido di carbonio che da subito tutti hanno chiamato col nome di “tragedia”: altro, per ora, non può essere se non davvero questo per i familiari delle vittime, madre e figlio, trovati senza vita ieri mattina, lunedì, uccisi dal monossido di carbonio.

È stato un grave fatto di cronaca rimbalzato in un secondo di paese in paese non appena l’elisoccorso di Milano è atterrato nel campo sportivo: che qualcosa di molto grave fosse successo lo si è capito in quel momento. Il resto della notizia l’hanno fatto il silenzio delle sirene e i lampeggianti spenti dell’ambulanza di Areu che alle 11.45 rientrava alla base: nessuno da soccorrere, nessuna corsa all’ospedale fra il traffico di mezzogiorno.

La cittadina si è subito mobilitata per dare un aiuto alle famiglie che il sindaco Silvana Albero ha dovuto allontanare con un’ordinanza di sgombero: minori, con tutte le valigie per passare una o più notti fuori casa, e gli oggetti utili, sia pur minimi, per affrontare il disagio di una lontananza dai propri luoghi di dimora.

La protezione civile è stata subito allertata e nel pomeriggio si è compiuto lo spostamento dei tre nuclei famigliari – due italiani, uno di stranieri – portati in una struttura ricettiva della zona.

Questa mattina la sorpresa: «Il residence dove le famiglie hanno trovato ospitalità la notte scorsa non ha voluto alcun compenso per le camere occupate. Un comportamento che mi rende davvero orgogliosa del fatto che in un momento di bisogno qualcuno abbia pensato alla comunità. Un grande gesto di umanità che ho molto apprezzato».

Gli appartamenti della palazzina sgomberata non potranno ancora rientrare nelle loro case e dovranno cercare una sistemazione alternativa.

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Pubblicato il 29 Ottobre 2019
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