600 ragazzi “legati” contro la violenza sulle donne

Un filo lungo 1000 metri ha unito 600 ragazzi in piazza Vittorio Emanuele in occasione della giornata contro la violenza sulle donne

flash mob donne piazza vittorio emanuele

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, lunedì 25 novembre piazza Vittorio Emanuele II di Busto Arsizio è stata invasa dai ragazzi degli istituti superiori cittadini: Licei Crespi, Candiani, A. Tosi, Pascal, ITE Tosi, Acof Olga Fiorini, Istituto Siai Marchetti e del Comprensivo Bossi. Con il flash mob la Fata Porpora (nome d’arte dell’artista Stefania Pellegatta) ha legato i circa 600 studenti presenti con una nastro di tessuto rosso lungo mille metri, per rimarcare la commistione d’intenti che è necessario alla società per combattere il fenomeno della violenza domestica e di genere. Alla fine della performance i ragazzi sono stati “liberati” a significare di essere liberi di portare il messaggio nel mondo. Il momento di riflessione è stato arricchito dalle letture dell’attrice Noemi Bertoldi, che ha interpretato in modo struggete la lotta silenziosa delle donne che si trovano in contesti che “non fanno spiccare il volo”. 

Per l’Amministrazione Comunale hanno parlato il sindaco Emanuele Antonelli, che dichiara che l’esistenza stessa di manifestazioni di questo tipo «accendono un faro sul problema; a me sicuramente piacerebbe che E.va Onlus non esistesse, perché la loro assenza certifica il fatto che la società abbia preso coscienza del problema e non cada ancora in queste tragedie. Invece il problema esiste ed è grave, ringrazio di cuore tutte le persone che stanno vicine alle donne in difficoltà, state facendo un ottimo lavoro. MI rivolgo a voi giovani, perché siete il futuro: parlate di questa giornata con gli amici, diffondete il messaggio, tenete a mente questa lezione che sarà fondamentale per il resto della vostra vita».

Poi tocca a chi ha voluto fortemente questa giornata e tutte le iniziative di questa settimana sul tema, il vicesindaco Manuela Maffioli: «Poiché è un tema che sento particolarmente, avevo ipotizzato, come in altre occasioni, di fare in modo che la cultura diventasse uno strumento, oltre ad essere un contenuto come lo è sempre. Il flash mob di oggi riprende l’esperienza di Maria Lai, che è passata a Busto nel contesto di Fiber Art, che viene da Ulassai in Sardegna. In questo paese fioccavano le rivalità tra gli abitanti e lei si sentiva stretta in questa tensione: così ha deciso di fare una grande opera di land art, legando tra loro le case dell’abitato con un lunghissimo nastro per poi fissarlo alla montagna, per ricordare il legame della sua terra con la natura. Ebbene, noi abbiamo preso spunto da questo gesto e il flashmob è un’operazione di legame, ci siamo legati tutti con un nastro rosso, uniti nel messaggio che l’amore non è possesso, ma scelta di libertà».

Il flash mob contro la violenza sulle donne

L'assessore Manuela Maffioli spiega il #FlashMob che oggi ha portato centinaia di ragazzi in piazza a #BustoArsizioLEGGI QUI: https://www.varesenews.it/2019/11/600-ragazzi-legati-la-violenza-sulle-donne/876556/

Pubblicato da VareseNews su Lunedì 25 novembre 2019

Presente anche l’associazione E.va Onlus con le riflessione di Elisabetta Marca e i numeri snocciolati dall’avvocato Chiara Viale, esperta in pari opportunità: Nel corso del progetto RISPETTATI il Centro Antiviolenza Eva Onlus di Busto Arsizio ha accolto complessivamente 319 nuove richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza di genere; il campione è composto per lo più da donne italiane (71,4%), seguite da una quota consistente di donne di provenienza extraeuropea (17,8% – Africa e Sud America in prevalenza) e da un 9,5% di utenti di origine europea. L’invio al Centro è avvenuto nel 23,8% dei casi attraverso l’iniziativa personale delle stesse vittime che hanno recuperato autonomamente i contatti del Servizio. Va assolutamente sottolineato il dato in crescita relativo all’attività dei servizi di Area Socio – Sanitaria (servizi Sociali, Ospedale, Consultori) che nel tempo sono arrivati a favorire ben il 17,8% degli invii al Centro; le Forze dell’Ordine e il numero di Pubblica Utilità 1522 hanno raccolto rispettivamente il 22,2% e il 3,4% delle richieste pervenute. Nel restante 19,4% dei casi l’invio è stato effettuato dalla rete amicale e parentale o da altri enti associativi o del terzo settore.

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Pubblicato il 25 Novembre 2019
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