Frascarolo e “Il bosco dei colori”
Nato dall'omonimo libro di Cristina Galli, "Il bosco dei colori" diventa un progetto per valorizzare la tenuta di Frascarolo in cui è nato. Prossima passeggiata domenica 1 dicembre

Quando in una mamma, che per di più è creativa, nasce il desiderio di valorizzare la bellezza del territorio che ci accoglie, l’idea si concretizza in forme e percorsi i più disparati. Come dimostra la storia del Bosco dei colori: un libro, tanti itinerari, giochi, laboratori e mille proposte per grandi e piccini. A creare il progetto è Cristina Galli, designer illustratrice e “soprattutto mamma”, come scrive lei stessa nel blog appena pubblicato online ilboscodeicolori.it.
Il progetto è germogliato un anno fa con il libro “Il bosco dei colori” (Quirici editore, con testo a fronte in inglese di Helen Gregory), ed ha subito proiettato i suoi rami in tante diverse direzioni, affondando le radici in esperienze lontane.
A cominciare da quella personale dell’autrice, Cristina Galli che, dopo essersi diplomata allo Ied di Milano, ha lavorato nel mondo della moda, da Moschino a Vivienne Westwood girovagando per il mondo: Milano, Londra Zurigo, Firenze e poi l’India e la Cina “dove ho visto lo sfruttamento di donne e bambini”, racconta. Troppo. E allora il desiderio irrinunciabile di tornare a casa, a Varese, la sorpresa di innamorarsi e mettere su famiglia: Corinne è nata nel 2012 e Kilian nel 2014.

Entrambi sono nati nella Tenuta del Castello di Frascarolo, gestita dal papà per conto del Marchese Giangiacomo Medici di Marignano. “Vivere in un contesto naturale così prezioso e ben tenuto con dei bambini piccoli mi ha fatto sentire terribilmente fortunata e ho avvertito il bisogno di condividere questo privilegio, con delle illustrazioni e delle storie capaci di valorizzare questi boschi e far sì che i bambini possano avvicinarvisi”.
Un approccio condiviso da Sara Meroni (educatrice e futura pedagogista), coinvolta attivamente nel progetto del Bosco dei colori.
“Il rapporto con la natura è fondamentale per i bambini, lo sostenevano già Rousseau e la Montessori, ma anche i pedagogisti moderni come Monica Guerra, Laura Malvasi e Anna Oliviero Ferraris”, si legge nel progetto. E in un mondo in cui i nativi digitali tendono a perdere il contatto diretto con la natura, distratti dai device o impegnati in mille attività programmate, questa necessità diventa urgente.

Sono nati così il racconto de “Il Leone Zebrato”, autoprodotto e poi “Il bosco dei colori”, in rima (anche in inglese) e con illustrazioni preziose, con dipinti su tela e ricami di cui Cristina porta con sé gli originali durante i laboratori e le letture animate “per testimoniare cosa di può realizzare anche senza digitale”. Tutto ispirato ai boschi di Frascarolo che salgono fino al vecchio ristorante abbandonato di Montallegro o verso la diga con il suo laghetto.
Se il protagonista del primo libro è un animale esotico che non si sente di appartenere pienamente né alla famiglia dei leoni, né a quella delle zebre, il personaggio principale del Bosco dei colori è una fogliolina che si relaziona con i cambiamenti del mondo che la circonda, con le sue paure, aspirazioni e consapevolezze.
Un personaggio in cui bambini e ragazzi possono immedesimarsi e cui i più piccoli (4-10 anni) , possono dare forma con il laboratorio che si accompagna alla lettura animata del libro, lavorando con materiali naturali in luoghi dove la natura non c’è (il prossimo sarà domenica 8 dicembre alla libreria Ubik, a Varese)

Sempre il Bosco dei colori ispira anche passeggiate in natura, nel bosco di Frascarolo o anche in altri boschi, per coltivare il desiderio di conoscere, la voglia di esplorare. L’iniziativa è rivolta alle scolaresche (scuole dell’infanzia e primarie) mentre alle famiglie vengono proposti eventi speciali, come è stato per Halloween o per la prossima “Caccia nel bosco”, domenica 1 dicembre a Frascarolo: a ogni bambino sarà consegnata una mappa speciale, dove gnomi e fate hanno nascosto dei tesori tra radici che sembrano elefanti, tracce di Triceratopo e grotte misteriose. “Perché nulla di ciò che vediamo è scontato e basta socchiudere gli occhi perché la magia della natura che ci circonda trascini la fantasia di grandi e piccini in luoghi magici”, assicura l’autrice.
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