“Ti spacco la faccia”. Il volontario davanti a scuola minacciato da un genitore

Brutto episodio per la Protezione Civile che "presidia" l'uscita dalle scuole elementari. Non è la prima volta che ci sono contestazioni, ma le minacce questa volta sono state più esplicite

Generico 2018

Contestazioni alle regole stabilite dal Comune ce ne sono state tante. Ma questa volta si è andati oltre, con una minaccia esplicita. Indirizzata a uno dei volontari che “presidiano” l’uscita da scuola alle elementari di Casorate Sempione.

L’episodio è avvenuto giovedì e nasce dalla difficoltà a rispettare le regole che il Comune ha fissato per migliorare sicurezza e ordine “stradale” all’uscita da scuola. «C’è un divieto di transito all’entrata e uscita degli alunni» spiega il sindaco Dimitri Cassani. «Purtroppo ci sono genitori incivili che percorrono la via al momento dell’uscita e pretendono di passare».

Il “trucco” usato è soprattutto uno: i genitori lasciano per tempo (cioè prima della chiusura della via) l’auto al parcheggio tra municipio e palestra del paese e poi al momento dell’uscita da scuola chiedono di passare non avendo altra via per uscire.

«I genitori lo sanno benissimo, ma qualcuno fa il furbo. Essendo noi volontari non possiamo farci valere più di tanto, certo non possiamo fare multe, così c’è sempre chi vuole comandare» dice Serafino Mercandelli, coordinatore della ProCiv, i cui volontari si alternano agli agenti di Polizia Locale.

Giovedì l’episodio di maggior tensione: «Un genitore voleva passare, io ho fatto presente la regole e la  risposta è stata “fammi la multa”» racconta il volontario in turno. «Allora ho richiamato all’educazione e ai rischi che possono capitare a tutti, anche a suo figlio, quando passano le auto. Per tutta risposta questa persona è scesa dall’auto, si è avvicinata e ha detto: “Tu mio figlio non lo devi neppure nominare, sennò ti spacco la faccia”».

Il battibecco si è svolto davanti ad altri genitori in attesa dei figli, visto che erano passati pochi minuti dalla campanella: l’episodio ha fatto discutere e ha convinto prima i volontari e poi il sindaco (che solo il giorno prima aveva sollevato la questione del rispetto delle regole) a denunciare la cosa.  «Abbiamo le telecamere che coprono quella zona, ho già sentito il comandante per acquisire le immagini».

Quando ai volontari, andranno comunque avanti a fare servizio. «Certo non abbiamo molte carte da giocare, ma cerchiamo di tutelare la sicurezza dei bambini». Quanto al Comune, il sindaco pensa a specificare in modo più chiaro e rigido gli orari del divieto, che oggi è riportato con una dizione più generica sui cartelli.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 15 Novembre 2019
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