La casa dei quadri e delle ceramiche

La casa museo Boschi Di Stefano, di proprietà del Comune di Milano, unisce ambienti degli anni Trenta, una straordinaria collezione e una scuola di ceramica attiva fino a pochi anni fa

casa museo Boschi Di Stefano

Un elegante salotto borghese, ma anche gli ambienti umili e affascinanti di una scuola di ceramica. Opere d’arte dei più grandi artisti del Novecento, ma anche un ascensore in legno degli anni Trenta. È l’affascinante spazio della casa museo Boschi Di Stefano, uno spazio di proprietà del Comune di Milano e visitabile anche grazie al contributo dei volontari del Touring Club.

L’intero stabile, con la ricca collezione d’arte,  è stato donato nel 1974 dai coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano. L’edificio è una palazzina d’appartamenti costruita tra il 1921 e il 1931 sotto la supervisione dell’architetto Piero Portaluppi: si trova in via Jan, fuori da Porta Venezia, in una zona che divenne appetibile per le residenze borghesi dopo l’eliminazione della linea ferroviaria che fino al 1931 correva appena fuori dalle mura.

È un viaggio nell’atmosfera degli anni Trenta, fin dall’atrio del palazzo, dallo scalone centrale, dall’antico ascensore in legno e velluto. All’interno dell’appartamento dei coniugi Boschi-Di Stefano gli arredi originali art déco fanno da quinta all’esposizione di oltre duecento opere che i due coniugi (lui era ingegnere alla Pirelli) acquisirono nell’arco di trent’anni, forti di una grande passione, di legami di amicizia con tanti artisti e di un grande “fiuto” nell’individuare tendenze e pittori emergenti.

Tra gli altri ci sono venti opere di Enrico Baj, tre di Umberto Boccioni , otto di Carlo Carrà , 52 di Bruno Cassinari, sette di Giorgio De Chirico Giorgio, sei di Filippo De Pisis Filippo, ben quarantadue (tra cui alcuni “tagli”) di Lucio Fontana, undici di Achille Funi , dodici di Renato Guttuso , una di Fernand Léger Fernand, sei di Piero Manzoni, un Modigliani, quattordici di Giorgio Morandi, tre di Gino Severini, quaranta di Mario Sironi Mario, tre di Giovanni Testori , tre di Emilio Vedova.

casa museo Boschi Di Stefano

Casa Boschi-Di Stefano ha però un’altra faccia, oltre a quella dei sofisticati ambienti borghesi: al piano terra si trovano infatti le stanze della scuola di ceramica tenuta per anni da Marieda Di Stefano, la cui attività è proseguita fino al 2011. Ambienti “congelati” nella loro funzione di luogo di lavoro e di elaborazione artistica, ma oggi usati anche come spazio espositivo temporaneo.

casa museo Boschi Di Stefano

Dal 16 maggio 2009 la Casa-museo è visitabile gratuitamente dal martedì alla domenica dalle h 10 alle h 18 anche grazie ai Volontari per il Patrimonio Culturale lombardi del Touring Club Italiano, con l’iniziativa Aperti per voi.

 

Per proseguire la giornata a Milano:
– Piero Portaluppi ha progettato, nello stesso periodo, anche Villa Necchi Campiglio, che si può raggiungere con una passeggiata di un quarto d’ora su Corso Buenos Aires e Corso Venezia o nelle appartate vie laterali. La villa è di proprietà del Fai (qui), accanto si possono esplorare dall’esterno le forme eclettiche di Palazzo Fidia.
– un’opera di De Chirico, facente parte della collezione di Casa Boschi-Di Stefano, è esposta alla mostra antologica sul grande pittore metafisico, a Palazzo Reale di Milano fino al 20 gennaio

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 09 Dicembre 2019
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