L’ultimo saluto a Daniele riunisce tutta la comunità
Un'autentica folla ha partecipato ai funerali del pescatore morto il 23 dicembre scorso. Una cerimonia austera e commovente: «Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, con amore ed umiltà potrà costruirlo»
“Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, con amore ed umiltà potrà costruirlo. Se davvero tu saprai vivere umilmente più felice tu sarai anche senza niente”. Quando le parole della preghiera di San Damiano hanno rotto il silenzio della chiesa cinquecentesca di Santa Maria Nascente, gremita all’inverosimile, in molti devono aver pensato: «Questa è la preghiera giusta per Daniele».
I semplici mettono d’accordo tutti. E Daniele Bossi, il pescatore morto nel lago la sera del 23 dicembre scorso, era un semplice. Al suo funerale era presente un’intera comunità, non solo quella che fa capo ai pescatori di Cazzago Brabbia e Bodio Lomnago, ma una moltitudine di persone che si riconosceva in quell’umiltà e in quel sogno. Quella stessa moltitudine che da una settimana a questa parte va avanti e indietro al Pizzo di Bodio per unirsi al dolore di papà Carlin e mamma Rita, dei fratelli Mariangela e Vittorio. Una presenza che si è riversata nella chiesa parrocchiale, dove per l’ultimo saluto a Daniele non c’era un posto in piedi nemmeno a pagarlo.
In prima fila la sorella Mary e il fratello Vittorio, i colleghi pescatori che vedevano nel giovane Bossi la continuità di una tradizione che oggi rischia di scomparire. E ancora, gli amici e i tanti concittadini, tra cui i sindaci di Bodio Lomnago e Cazzago Brabbia, che con la loro presenza hanno voluto testimoniare l’importanza che questa famiglia di semplici pescatori ha avuto ed ha ancora per la storia del territorio e del lago.
Austera la cerimonia di don Carlo Colombo che ha letto il vangelo di Giovanni: «Il nostro sguardo si prolunga lontano sul lago di Galilea. Qui Gesù ha incontrato i pescatori e ha rivelato il mistero della loro vita. Allo stesso modo Gesù ha incontrato Daniele rivelandogli il mistero della sua vita. Non ci sono parole, ma solo un silenzio contemplativo, fatto di preghiera che scende come rugiada nella nostra vita e ci porta la pace di Gesù. Questa pace deve essere il dono che ci viene oggi dall’incontro con Cristo, con Daniele e con ciascuno di noi».
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