“Per uscire dalla morsa dello smog incentiviamo i riscaldamenti a pompe di calore”
Il consigliere regionale M5s Roberto Cenci, esperto ambientale prestato alla politica, riflette su una serie di misure da mettere in campo per correggere in maniera strutturale il problema dell'inquinamento

La cappa di smog che attanaglia molte aree del nord Italia desta sempre più preoccupazione e lunedì 20 gennaio è previsto un vertice con il ministro Costa in Prefettura a Milano.
In previsione dell’incontro che coinvolgerà anche Regione Lombardia il consigliere regionale M5s Roberto Cenci, esperto ambientale prestato alla politica, riflette su una serie di misure da mettere in campo per correggere in maniera strutturale una serie di abitudini che potranno portare nel lungo periodo beneficio all’ambiente.
«L’inverno nelle nostre città sta diventando una vera e propria emergenza dal puto di vista ambientale – spiega Cenci -, la alta pressione unità alle emissioni legate al traffico e ai riscaldamenti formano una vera e propria cappa di aria avvelenata. La soluzione non è semplice ma molto si può fare con una corretta programmazione e il giusto impegno».
Secondo l’esponente grillino i principali fronti sui quali intervenire sono le strade e la tecnologia dei riscaldamenti domestici.
«La prima consapevolezza che bisogna comprendere è quella legata alle emissioni dei riscaldamenti. Io credo che ormai anche le caldaie a condensazione, seppur hanno migliorate le cose, non bastino più. La soluzione dal punto di vista ambientale sono le pompe di calore – spiega Cenci -. Si tratta però di impianti che richiedono un certo sforzo economico da parte dei cittadini e soprattutto una lunga programmazione perché non sono interventi che si fanno dall’oggi al domani. Per questo penso che lo stato e la Regione debbano scendere in campo per prevedere sotto forma di incentivi e detassazioni un aiuto importante per chi decide di intraprendere questa strada».
L’altra grande questione è quella che riguarda il traffico e le emissioni delle automobili. Un problema verso il quale «a nulla servono dal punto di vista scientifico i blocchi delle auto di alcune ore», una misura che secondo Cenci «ha l’unico vantaggio positivo di permettere ai cittadini di riscoprire a piedi le proprie città.
«Su questo versante servono cambiamenti più strutturali – spiega -. Vanno potenziati ed elettrificati i mezzi pubblici, vanno spostati i parcheggi all’esterno delle città prevedendo un interscambio viabilistico, vanno previsti i lavaggi delle strade nelle ore notturne quando le polveri sottili si depositano pronte a rialzarsi in volo non appena riprende il traffico veicolare. tutto questo non si fa in una settimana ma in anni di lavoro, purché si comincia da subito ad impostare e programmare gli interventi».
E la nuova scatola nera introdotta da Regione Lombardia per monitorare il reale utilizzo delle auto più inquinanti? «È uno strumento che giudico in modo positivo e che potrà dare dei buoni frutti – conclude Cenci – mi preoccupa solo il versante dei controlli e dei rischi di manomissione. Spero che non venga vanificato quello che è una novità positiva: ognuno paga e usa l’auto sulla base delle emissioni reali che produce, un po’ come avviene con la raccolta puntuale dei rifiuti. Il principio è corretto».
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