“Una crisi respiratoria ed è iniziato l’incubo”

Il compagno di Monica è finito in ospedale dopo un attacco molto serio. Poi tutta la famiglia in quarantena, compreso il bimbo di 4 anni

coronavirus foto generiche vario varie

Tre borsoni, rimasti lì da quel fatidico giorno in cui una crisi respiratoria colpì il mio compagno e ci fece entrare nel tunnel della paura.
Momenti interminabili al telefono nel mentre attendevo risposta dal 112 e il respiro del mio compagno si faceva via via sempre più corto, con il terrore evidente negli occhi di Luca, e il mio cercare di rimanere calma difronte a lui e al nostro piccolo Seby di 4 anni.

Nel mentre l’ambulanza arrivava e cercavo di spiegare al piccolo cosa stesse succedendo con tutta la calma in mio possesso, ho visto Luca che si dava pugni al torace… aveva “fame d’aria”… una scena che mai dimenticherò.
Essendo un soggetto asmatico, ha fatto uso del broncodilatatore poco prima della crisi, questo ha fatto sì che la situazione non si aggravasse, e all’arrivo dell’ambulanza, il respiro non era più critico, ma la paura è rimasta.

Ho trovato forza dall’innocenza del mio piccolo ed il suo dolce sorriso, alla vista del lampeggiante blu che rifletteva ovunque, sorrideva e ne era divertito… incuriosito…incurante di ciò che stava accadendo perché troppo piccolo e forse è stato meglio così … più volte mi prese per mano per girare attorno all’ambulanza, nel mentre al suo interno si trovava suo padre e degli Angeli se ne stavano prendendo cura
Momenti interminabili in cui attendevo con ansia l’apertura del portellone, con la speranza di ricevere parole confortanti la situazione, e che grazie al piccolo e alle sue domande, ho visto deviati i miei pensieri negativi di alcuni momenti.
Mamma, perché le macchine sono ferme là in fondo e non passano?
Mamma, perché in fondo c’è un’altra macchina con luce blu e ferma le macchine?
Mamma perché c’è gente che guarda?
Mamma guarda la luce blu, si vede sulla nostra casa .

E tra questa sua innocenza e i sorrisi scambiati coi volontari dell’Ambulanza, che il tempo della paura, lasciava spazio alla speranza.
Poi finalmente arrivò il resoconto, i valori non erano più critici, ed essendo un soggetto a rischio perché asmatico, gli dissero che se se la sentiva era meglio che stesse a casa, ma che ovviamente a fronte di un’altra crisi, non avrebbero esitato nel portarlo in ospedale… e così tornammo tutti in casa, ma con la paura dentro di noi perché non potevamo sapere se il problema si sarebbe ripresentato nuovamente, paura eguagliata però con la speranza, quella speranza che poi ci ha dato la forza di ricominciare, i dolori insopportabili soprattutto alle gambe, grazie al Paracentamolo venivano attenuati, idem i dolori al torace per il mio compagno che si sono susseguiti nei giorni successivi ma via via poi diminuiti, seguiti da mal di testa, pesante stanchezza, qualche linea di febbre, scolo nasale e prima ancora di tutto questo, ad entrambi venne la congiuntivite…

Ora stiamo meglio, il mio compagno non ha più dolori al torace e si sente decisamente meglio, il piccolo è quello che ha mostrato meno malesseri e per un tempo brevissimo per quanto riguarda me ad oggi, ciò che mi è rimasto da questa vicenda, a parte i chili persi in poco tempo, la sensazione di stanchezza, raffreddore, e una cosa mai provata prima, non sento più i gusti da qualche giorno, ma stiamo bene e soprattutto ci siamo
Non ci è dato sapere se si è trattato di Covid o no, perché non sono stati fatti i tamponi, al momento siamo in quarantena fino al week end.
Mi auguro solo che il mio compagno quando rientrerà al lavoro (l’ambito lavorativo per la quale lavora, fa parte delle categorie necessarie a rimanere aperte) venga dotato di mascherine “adatte” stavolta, dato che non abbiamo alcuna intenzione di ripassare momenti simili.
Noi stiamo a casa, ma chi lavora deve poterlo fare in sicurezza.
Colgo l’occasione per ringraziare mia cognata Graziella che ci ha portato la spesa, ringrazio la Protezione Civile di Venegono Superiore per i farmaci portati a casa, la mia amica scrittrice Nadia Ghibaudo per avermi supportato e sopportato, la mia famiglia che ho tenuto all’oscuro finché ho potuto per evitargli pensieri ulteriori data l’età e che ci ha sostenuto a distanza, gli Angeli dell’Ambulanza e ovviamente non posso non pensare a tutti i medici che sono in campo pronti ad aiutare
Grazie!
Questi borsoni ora sono solo un brutto ricordo per noi, e cercheremo di ricordarcene quando ci lamenteremo per cose irrisorie .
Forza ce la faremo!

Monica

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Marzo 2020
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