Il sindacato: “Prima la salute”
L'appello delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil: «Far prevalere le ragioni economiche, seppur con alcune limitazioni del tutto insufficienti a fronteggiare l’emergenza sanitaria»

Fermare o non fermare l’economia, cioè l’attività delle fabbriche e del commerco, è una delle questioni principali che stanno emergendo in questa fase drammatica che sta vivendo l’Italia. Ancor di più la Lombardia che non è solo la Regione più colpita dal Coronavirus ma è anche la locomotiva economica del paese.
Le rassicurazioni date da Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, e l’appello sollevato da tutte le associazioni di categoria circa la messa in campo di provvedimenti rapidi ed efficaci per ripartire, non esauriscono le domande che scaturiscono da una legittima angoscia che attanaglia tutti quei lavoratori che non potendo fare lo smartworking sono costretti ad andare nei luoghi di lavoro.
Le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno una posizione netta: “Prima la salute”.
PRIMA LA SALUTE
In questi giorni abbiamo sostenuto PRIMA LA SALUTE e riteniamo che anche oggi, in presenza dell’ultimo DPCM, questa sia l’assoluta priorità. Aver scelto, come ha fatto il Governo, di far prevalere le ragioni economiche, seppur con alcune limitazioni del tutto insufficienti a fronteggiare l’emergenza sanitaria, rispetto alla prioritaria tutela intransigente e certa della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, lasciando di fatto al sistema delle imprese il giudizio finale su cosa e come produrre, sia un errore.
Non di meno il sindacato deve agire sulla leva del “favorire gli accordi tra le parti sociali”, prevista dal DPCM; per questo da subito abbiamo chiesto che la Cabina di regia regionale sia il luogo utile a favorire gli accordi per una significativa riduzione delle attività produttive nella nostra regione, tenuto conto sia dell’emergenza sanitaria che delle attività indispensabili e di pubblica utilità, nonché della definizione concordata di quali siano le dotazioni strumentali e i presidii di massima sicurezza e le modalità organizzative che ogni impresa deve garantire a garanzia della salute dei lavoratori, in mancanza delle quali è obbligata la sospensione dell’attività.
Così come è indispensabile che le RSU/RSA e le categorie territoriali, che sono al fianco di lavoratori e lavoratrici, attivino da subito in ogni azienda confronti ed iniziative per il rispetto rigido delle norme igienico-sanitarie e di protezione, anche finalizzate al rallentamento e alla sospensione delle attività produttive che risultano con tutta evidenza non indispensabili in questa fase di emergenza.
Continuare ad affermare che la TUTELA DELLA VITA E DELLA SALUTE degli operai, impiegati, lavoratori e lavoratrici di ogni settore è la assoluta priorità, che ci sono tante attività non indispensabili in una situazione grave com’è quella attuale, che è necessario un grande atto di responsabilità collettiva,
sono i principi a cui ispirarsi per rilanciare un’idea di Paese e di comunità civile.
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