I sindacati bocciano la cabina di regia sulla ripartenza di Regione Lombardia

Con un comunicato unitario CGIL CISL UIL Lombardia bocciano il primo approccio del tavolo di regia istituito dalla Regione per pianificare la ripartenza di quella che è stata definita una "nuova normalità"

palazzo regione lombardia

“Nella cabina di regia che Regione Lombardia ha convocato oggi con le parti sociali e i capigruppo del Consiglio Regionale non abbiamo purtroppo ascoltato dalla Regione nemmeno una sola proposta che si possa onestamente definire concreta. Non una proposta su come si vuole garantire quotidianamente a tutti i lavoratori e I cittadini gli indispensabili DPI (mascherine e guanti idonei) per poter muoversi e lavorare. Nulla su come si intende assicurare a tutti di poter viaggiare sui treni, sul metrò, sui bus, rigorosamente mantenendo almeno un metro di distanza dagli altri viaggiatori”.

Con un comunicato unitario CGIL CISL UIL Lombardia bocciano il primo approccio del tavolo di regia istituito dalla Regione per pianificare la ripartenza di quella che è stata definita una “nuova normalità”.

Quelle che elencano i sindacati sono una serie di mancanze che hanno riscontrato nel lavoro impostato dalla Regione: “Nessuna proposta di un elenco dettagliato di attività e mansioni che devono essere svolte dal proprio domicilio in lavoro agile, con il conseguente obbligo alle aziende di osservarlo – spiegano -. Nessuna idea su come organizzare i servizi su tutto il territorio lombardo che assicurino a tutti i lombardi che dovranno tornare a quelle che il Presidente Fontana ha definito le “attività ordinarie” almeno un tampone settimanale per verificare la presenza di contagio e il test sierologico per certificare la presenza di anticorpi. Vorremmo ricordare che i luoghi di lavoro sono anche gli ospedali e le RSA: difendere le condizioni di tutti coloro che li lavorano o sono curati e assistiti è una priorità che continua, affiancata dalla necessaria ricostituzione del ruolo della sanità territoriale del tutto assente per scelta organizzativa e politica della regione”.

I sindacati guardano al tavolo nazionale

“Le quattro “D” per ora restano al massimo buone intenzioni”, CGIL CISL UIL Lombardia ribadiscono che le date e le modalità con cui si attuerà la “fase 2” si decidono “solo a livello nazionale per tutto il Paese, con un confronto preventivo con le parti sociali, così come per noi è indispensabile una corretta e diffusa applicazione del protocollo su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 14 marzo, a partire dalla costituzione dei comitati oggi insediati in meno del 30% delle imprese. Se in Lombardia ci si vuole preparare al meglio per quella data, serve che le annunciate misure diventino concrete opportunità garantite a tutti”.

“Una ripartenza della mobilità e delle attività produttive non essenziali in assenza di vaccino – concludono Cgil, Cuisl, e Uil – se non vengono garantite le citate misure di sicurezza, ha come unica conseguenza un’altra ripartenza: quella dell’epidemia, dei ricoveri e dei decessi”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Aprile 2020
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