Il giudizio delle famiglie sulla scuola durante la pandemia

I risultati del questionario che VareseNews ha rivolto alle famiglie per capire come sia andata la scuola durante il lockdown

didattica online

Si chiude oggi uno degli anni scolastici più difficili della storia della Repubblica. Per raccontare cosa sia successo dal 21 febbraio, ultimo giorno di scuola trascorso in classe, VareseNews ha scelto di coinvolgere i lettori, chiedendo loro di rispondere ad alcune domande. Una rilevazione che, per quanto abbia ricevuto più di un migliaio di risposte, non ha alcun valore dal punto di vista statistico. Ma che permette di fotografare che cosa abbia significato la didattica a distanza sul territorio.

E il primo elemento emerso è che sono pochi gli studenti che sono riusciti a proseguire l’attività secondo il normale orario scolastico. Praticamente nessuno fino alle primarie, uno su sei alle secondarie di primo grado, qualcosa di più tra licei, istituti tecnici e professionali.

Ma allora come è stata garantita la didattica? La scelta più diffusa è stata quella delle video lezioni, sia di gruppo che individuali. Anche qui, ad essere penalizzate, ovvero a non avere un contatto visivo con gli insegnanti, sono stati i bambini delle materne e, in parte, delle primarie.

L’attivazione delle video lezioni non è stato immediato. Ci sono istituti che hanno dovuto attendere almeno quattro settimane.

Al di là delle tempistiche di attivazione, ci sono genitori che hanno dovuto sostenere dei costi per acquistare computer o tablet che permettessero ai propri figli di continuare a seguire le lezioni.

Allo stesso modo, ci sono famiglie che hanno dovuto modificare il proprio abbonamento ad Internet per assicurarsi di avere una connessione sufficiente per garantire l’istruzione di bambini e ragazzi.

Una spesa che, più o meno in un terzo dei casi, ha comportato un costo superiore ai 200 euro per nucleo familiare. Questo al netto di eventuali contributi arrivati a coprire totalmente o in parte l’importo necessario per l’acquisto di un device o le modifiche all’abbonamento Internet.

Al netto dei costi, il giudizio dei genitori sulla capacità delle scuole di adattarsi ad una situazione del tutto inedita è largamente positivo.

Fin qui i genitori. E gli insegnanti? VareseNews aveva creato un questionario rivolto a loro per capire come rimanessero in contatto con gli studenti, se anche loro avessero dovuto sostenere delle spese per garantire la didattica a distanza. Peccato che abbiano risposto solo in 37: un dato troppo piccolo per dar conto delle risposte.

Riccardo Saporiti
riccardo.saporiti@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Giugno 2020
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