La Regione vuole affidare malghe e alpeggi ai comuni: “Miglior modo per valorizzarli”

La Regione prevede la possibilità di trasferimento di malghe e alpeggi, con vincolo di inalienabilità e a titolo gratuito, agli enti locali. In Lombardia sono 870 per oltre 225.000 ettari

alpeggio malga

Per valorizzare le malghe e gli alpeggi Regione Lombardia prevede la possibilità di trasferimento, con vincolo di inalienabilità e a titolo gratuito, agli enti locali. È la nuova norma inserita nell’assestamento al Bilancio 2020 di Regione Lombardia.

«I Comuni che ne faranno richiesta -ha dichiarato l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi- potranno così gestire sul proprio territorio le malghe di proprietà regionale. Un modo per valorizzare l’agricoltura di montagna e legare ulteriormente la gestione di malghe ed alpeggi agli agricoltori di montagna responsabilizzando e valorizzando il ruolo delle comunità locali. Le malghe e gli alpeggi non sono solo attività produttive, ma sono soprattutto presidi ambientali straordinari situati in luoghi che presentano difficoltà logistiche. Ma anche luoghi che se ben gestiti, seguendo le linee guida redatte da Regione insieme ad Ersaf, possono valorizzare al meglio il lavoro degli agricoltori. Penso alla promozione della multifunzionalità, alla vendita diretta in malga, al collegamento delle malghe con i percorsi cicloturistici e la promozione del turismo enogastronomico grazie al potenziale dei prodotti lattiero caseari delle nostre montagne, molti anche DOP».

La responsabilizzazione diretta delle comunità locali, secondo la Regione, punta quindi a sprigionare queste potenzialità. In Lombardia sono presenti 870 alpeggi/malghe, che occupano una superficie totale di 225.771 ettari, pari al 9 per cento del territorio regionale e a circa il 25 per cento di quello montano.

«Con le linee guida approvate lo scorso anno -ha detto ancora Rolfi- abbiamo dato priorità alla gente di montagna per l’assegnazione delle malghe per bloccare le speculazioni. Abbiamo introdotto una rivisitazione aggiornata delle modalità di concessione in affitto delle malghe, attribuendo maggiore importanza alla proposta gestionale rispetto all’offerta economica anche per correggere distorsioni nei meccanismi applicativi della PAC che hanno generato tensioni nell’aggiudicazione di malghe pubbliche. Ora andiamo oltre garantendo al territorio la possibilità di intervenire direttamente per utilizzare al meglio queste risorse economiche, culturali e ambientali».

A settembre è previsto l’inserimento del tavolo regionale per il monitoraggio delle malghe per l’attuazione e la verifica delle linee guida alla presenza di tutte le associazioni agricole e degli enti locali.

 

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Agosto 2020
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