“Addio a Ines Figini testimone instancabile dell’orrore dei lager”

È morta a Como a 98 anni. Sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti portava la sua storia nelle scuola lombarde. Il ricordo del sindaco Mario Landriscina 

Inse figini

È morta a Como a 98 anni Ines Figini, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti e testimone della sua vicenda nelle scuola lombarde. Operaia alla Tintoria Comense, storica azienda di Como coinvolta nello sciopero generale che arrestò l’attività lavorativa nelle fabbriche del Nord Italia ai primi di marzo del 1944, non era ebrea e non era neppure antifascista. Quando Ines prese le difese dei compagni fu arrestata e deportata insieme a loro. Aveva solo 22 anni . Finì prima nel lager di Mauthausen, poi in quello di Auschwitz-Birkenau e infine a Ravensbruck (la foto è di CiaoComo)

Questo il messaggio del sindaco Mario Landriscina  “Esprimo il cordoglio mio, dell’Amministrazione comunale e di tutta la città per la scomparsa di Ines Figini, nostra stimata concittadina e testimone instancabile della tragedia dei lager nazisti. Nel 1944, a soli 22 anni, dopo aver partecipato allo sciopero della Tintoria Comense dove lavorava, fu deportata a Mauthausen, poi a Birkenau e infine a Ravensbrück dove fu liberata.
Già insignita dell’Abbondino d’Oro nel 2004, ha dedicato il resto della vita al racconto critico dell’esperienza che ha segnato la sua esistenza e quella di altri milioni di persone, tra vittime e sopravvissuti all’Olocausto. Ha scelto in particolare di andare nelle scuole, di incontrare i giovani, di partecipare a incontri pubblici, scrivere e rappresentare con diverse modalità e approcci una delle più gravi degenerazioni della storia, con il vivo desiderio di educarci a guardare il dolore nella sua forma estrema per renderci cittadini consapevoli e convinti del valore supremo della vita umana al di là di ogni appartenenza.
Oggi vogliamo ricordare con gratitudine questa donna che ha dimostrato sempre grande coraggio e concreta coerenza con le sue idee, una serena lucidità nonostante le grandi sofferenze provate e disponibilità ad un costruttivo confronto.
Ci stringiamo a quanti l’hanno amata, stimata, e presa ad esempio con l’auspicio che i suoi insegnamenti rimangano indimenticati a tutela della nostra libertà”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Settembre 2020
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