Notte in cerca delle “geminidi”, le stelle cadenti dicembrine
Lo sciame che sembra provenire dalla costellazione dei Gemelli è stato ripreso da Paolo Bardelli che la notte tra il 13 e il 14 ha sfidato il freddo per lo spettacolo celeste
Grande successo di Paolo Bardelli, prolifico astrofotografo del GAT di Tradate, per una magica notte di Geminidi, le classiche meteore di metà Dicembre. Le stelle cadenti più conosciute sono sicuramente le “lacrime di san Lorenzo”, visibili verso la metà di Agosto.
Ma durante l’anno ci sono almeno una ventina di altri “sciami” meteorici attivi e non meno spettacolari. Uno di questi è quello delle “Geminidi”, così chiamato perché sembra che le meteore associate a questo sciame provengano proprio dalla costellazione dei Gemelli, schizzando da un punto detto Radiante. Uno sciame meteorico capita quando la Terra lungo la sua orbita va a incrociare l’ orbita di una cometa, che solitamente è intasata da minuscoli detriti rilasciati dalla cometa stessa: questi detriti, quando la Terra vi si tuffa dentro, si incendiano per attrito nell’atmosfera creando nel cielo spettacolari scie di fuoco (le cosiddette’ stelle cadenti’).
Lo sciame delle Geminidi è però particolare, perché è associato all’orbita non di una cometa ma di un oggetto roccioso chiamato 3200-Phaethon (Fetonte), da alcuni ritenuto una cometa estinta. Il picco delle Geminidi di quest’anno è stato calcolato per la notte tra il 13 e il 14 dicembre. La totale assenza della Luna e il cielo sereno e limpido hanno favorito le osservazioni nella seconda metà della notte.
Paolo Bardelli ne ha approfittato sfidando (dal suo giardino, causa coronavirus…) da mezzanotte alle 6 della mattina il gelo della notte. Ma il risultato è stato eclatante: nelle circa 1500 immagini digitali realizzate con un obiettivo grandangolare da 14 mm e pose di circa 10 sec a 3200 ISO, Paolo ha impressionato decine e decine di scie meteoriche, alcune delle quali molto luminose: sostanzialmente quasi una meteora al minuto, in accordo con le stime teoriche più ottimistiche. Un grande spettacolo dunque, ed anche un giusto premio per un lavoro eseguito magistralmente in un orario e ad una temperatura decisamente scomodi.
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