Il rientro in classe degli studenti è deciso: ma non tutto è ancora chiarito
Il tavolo prefettizio ha prodotto un documento programmatico per favorire il rientro a scuola dal 7 gennaio. Sui trasporti, però, rimangono alcune incognite mentre i dirigenti studiano il doppio orario per le presenze al 50% e al 75%

Il 7 gennaio tutti in classe. O almeno si spera. Il tavolo prefettizio provinciale, dove si sono incontrati gli attori coinvolti nella riapertura in sicurezza di tutti gli ordini scolastici, ha prodotto il documento che individua le linee programmatiche.
Come già indicato, le scuole faranno suonare due volte la campanella: alle 8 e alle 9.40, mentre le uscite saranno tre a seconda dell’orario curricolare di 5 o 6 ore. Gli istituti hanno condiviso la necessità di ridurre a 50 minuti la durata di ogni lezione con le sole eccezioni degli istituti superiori di Luino, che hanno optato per i 45 minuti, e di Saronno che lasceranno i 60 minuti per adeguarsi alle realtà circostanti milanesi e comasche.
Le aziende di trasporto sono pronte a fare la propria parte anche se tratte e frequenze sono ancora da definire nei particolari in attesa di conoscere l’esistenza o meno di risorse in più per coinvolgere, eventualmente, i bus turistici attualmente fermi. Alcune osservazioni avanzate dalle aziende del trasporto attendono ancora una risposta puntuale.
Gli istituti scolastici stanno studiano il nuovo orario che garantirà le lezioni in presenza per il 50% della popolazione studentesca. La riorganizzazione, però, è destinata a durare poco: dal 15 gennaio, la presenza in classe dovrebbe salire al 75% anche se il condizionale è d’obbligo visto che la data indicata nel DPCM del 3 dicembre scorso potrebbe essere rinviata. L’aumento degli alunni in aula comporterebbe un’ulteriore limatura dell’orario: « I dirigenti stanno dimostrando ampia flessibilità nell’organizzare il lavoro secondo le nuove direttive – commenta il preside Salvatore Consolo del liceo Cairoli, referente di tutte le scuole del Nord della provincia – Oltre a quanto stiamo facendo, non possiamo andare».
Il tema delicato rimane, dunque, quello dei trasporti: la normativa prevede che i mezzi viaggino al 50% della propria capienza. Ma chi controllerà che le distanze vengano mantenute? e che gli studenti non salgano quando i posti sono esauriti? La questione non è del tutto risolta.
L’unica vera notizia, migliorativa rispetto al settembre scorso, sarebbero i maggiori investimenti e il potenziamento delle tratte per soddisfare sia gli studenti sia i tradizionali passeggeri che continuano ad aver bisogno del trasporto pubblico.
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È proprio ” l’attesa di conoscere tratte, frequenze e risorse” per i trasporti che lascia perplessi a 9 giorni dal previsto rientro.