Non fu incidente ma violenza: arrestato il compagno della madre della bimba morta a Cabiate
La piccola di 18 mesi era spirata all'ospedale di Bergamo. La madre aveva riportato la versione fornita dal compagno con cui la piccola si trovava. Non fu però incidente ma violenza
Era morta a soli 18 mesi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Le dichiarazioni della nonna e della madre avevano indotto i sanitari a registrare il decesso per schiacciamento. La piccola, stando a quanto riportato, era stata travolta dalla stufa nella sua casa di Cabiate in provincia di Como. Il fatto risale all’11 gennaio scorso: dagli esami dell’autopsia, però, sono emersi dei dettagli che hanno indotto il magistrato a fare piena luce sull’accaduto.
Oggi la Procura della Repubblica ha ribaltato l’iniziale versione riportata dalla madre, a cui lo aveva raccontato il compagno che si trovava da solo con la piccola al momento della tragedia.
I rilievi autoptici indicano che il decesso della piccola è da ricondurre a “traumatismo cranico contusivo produttivo di frattura cranica occipitale sinistra, dei focali sanguinamenti intracranici ed un edema cerebrale massivo. Sul corpo della piccola sono state inoltre rinvenute molte lesioni diffuse” non compatibili con cadute accidentali e risalenti ad epoca anteriore e non prossima al decesso.
«Gli esiti preliminari della consulenza medico legale – si legge nella nota della Procura della Repubblica di Como – unitamente agli accertamenti scrupolosamente svolti dal Tenenza dei Carabinieri di Mariano Comense inducono pertanto a ritenere che la piccola sia stata ripetutamente picchiata (verosimilmente non solo in occasione del pomeriggio di lunedì 11 gennaio, allorquando si trovava da sola con l’indagato, ma anche in precedenti circostanze), nonché violentata in una epoca prossima al tragico pomeriggio di lunedì 11 gennaio 2021.
Per questa ragione la Procura della Repubblica ha chiesto l’applicazione di misure coercitive nei confronti del compagno della madre della piccola vittima, un 25enne di origine romena, ravvisando la sussistenza di gravi indizi per contestare allo stato i reati di
– maltrattamenti da cui è derivata la morte della vittima (punibile sino ad un massimo di 24 anni)
– violenza sessuale ai danni di persona minore di anni dieci (punita sino ad un massimo di venti anni).
Il Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Como ha accolto la richiesta del pubblico ministero e ha disposto l’arresto dell’uomo.
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