Intimidazioni agli amministratori a Samarate. “Adesso diciamo basta”

Nelle ultime settimane minacce e un danneggiamento contro la vicesindaco Alampi e il sindaco Puricelli, legati a un caso sociale. Dopo la denuncia ai carabinieri, hanno scelto di segnalare anche pubblicamente

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Un danneggiamento nella notte, minacce, messaggi ambigui per far sentire osservati i parenti.
Nella cittadina di Samarate il sindaco Enrico Puricelli e la vicesindaco Nicoletta Alampi vivono un brutto clima, dopo una serie di episodi avvenuti negli ultimi tempi.

Una situazione che gli amministratori hanno vissuto inizialmente in silenzio, condividendolo fin qui con pochissime persone. Ma che adesso invece hanno deciso di non tenere più solo per sé, dopo che l’ultimo caso ha visto alzarsi il livello delle minacce.

Nel mirino è finita in particolare l’assessore al sociale e vicesindaco Nicoletta Alampi, “accusata” da un uomo che lamenta presunti torti nei suoi confronti (è stato allontanato – su disposizione di un tribunale, non del Comune – dalla sua famiglia). Alampi è stata prima contattata, poi il 5 febbraio è stata minacciata con un messaggio vocale whatsapp. Il giorno dopo, il 6 febbraio, la vicesindaco ha trovato l’auto danneggiata di fronte a casa. Proprio a seguito di questo episodio – seguito poi da altri tentativi di contatto – Alampi ha presentato denuncia ai carabinieri, ipotizzando che l’episodio di danneggiamento davanti a casa sia opera dell’uomo che l’ha “contestata”.

Anche il sindaco Enrico Puricelli ha avuto pressioni, anche suoi famigliari hanno ricevuto messaggi vocali (più che minacce, in questo caso sono attenzioni sgradite e allusive). «Dà fastidio – dice Puricelli – quando si arriva anche ai messaggi ai familiari, anche senza minacce, ma per mostrare la pressione sul sindaco».

Se minacce e allusioni sono arrivate attraverso messaggi privati, non sono mancati in alcuni casi anche commenti sulle pagine Facebook locali: in un caso per esempio l’uomo se l’è presa con un consigliere ed ex amministratore, totalmente estraneo alla attuale vicenda personale dell’uomo, probabilmente solo identificato come parte di una istituzione considerata ostile.

Per giorni, pur avendo segnalato gli episodi ai carabinieri, Puricelli e Alampi hanno tenuto riservata la questione, ma ora non più. «Non è bello doversi guardare le spalle», dice Alampi. «Non è certo la prima volta che succede, non siamo quelli che corrono dai carabinieri alla prima difficoltà. Anzi: cerchiamo sempre di capire le ragioni e superare anche gli attriti».
E cita un esempio: quello di una persona denunciata qualche mese fa dopo episodi sgradevoli con i dipendenti comunali e gli amministratori. «Era una persona in difficoltà, con il lockdown era scivolato in una situazione sempre più critica. Tramite cooperativa sociale abbiamo attivato un tirocinio: è andato benissimo, si è rivelata una persona umile, abile, affidabile, che oggi ha avviato un percorso di reinserimento nella normalità».

Nel 2019, secondo il report “Amministratori sotto tiro”, sono stati registrati 559 atti di intimidazione ai danni di sindaci, assessori, consiglieri, dipendenti comunali. Nel 16,5% dei casi prendono di mira amministratrici donne, nel 18% dei casi sono legati a situazioni di disagio sociale (casi distinti da quelli di intimidazione più prettamente “politica” o per ragioni criminali).
Il rischio è considerato in crescita per le difficoltà – economiche, lavorative e psicologiche – del periodo Covid. E lo stesso report mette a fuoco come ansia, incertezza, povertà sono elementi si combinano con la sfiducia nelle istituzioni: in questo, spesso, sindaci o addirittura consiglieri comunali diventano bersaglio per un disagio che non dipende neppure direttamente dal Comune.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 20 Febbraio 2021
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