“Mia figlia è perfetta in ogni minimo difetto: basta guardarla con il cuore”

Il parto indotto improvvisamente per sofferenza fetale è l'avvio di un'esperienza completamente diversa da quella preventivata. Una scoperta nuova e inedita che svela la bellezza di diventare madre, oltre le difficoltà

casa maternità

La sua bimba è nata con un cromosoma in più. La notizia, arrivata all’improvviso, l’ha colta davvero alla sprovvista. Ma è stato solo questione di un attimo. Poi il forte legame è venuto a galla perché: “sono i figli a scegliere i genitori”. Il racconto di Alessandra che vuole parlare del valore della diversità


Luna è nata quasi un mese in anticipo. Volevo sopra ogni cosa che potesse essere presente al parto anche mio marito. Non tutti gli ospedali lo permettevano causa Covid. Così nell’ultimo trimestre abbiamo deciso di scegliere un altro ospedale. Alla presa in carico mi esaminano e vedono subito che qualcosa non quadra.

Mi fanno un’ecografia accurata ed ecco che viene riscontrato flusso patologico placentare. In poche parole: a Luna non arrivava nutrimento e aveva smesso di crescere. Durante tutta la gravidanza quello che più sognavo era poter fare il travaglio a casa seguita da un’ostetrica e poi andare in ospedale all’ultimo momento, seguendo tutti i tempi necessari nel rispetto della creatura che stava per nascere e mio in quanto donna.

Purtroppo, tutto questo è stato annullato in pochi secondi: Luna doveva nascere subito. A nulla è servito il tentativo di induzione del parto in quanto a ogni contrazione c’era sofferenza fetale, e in poche ore mi sono ritrovata in sala operatoria. Il cesareo l’ha portata alla luce e purtroppo non ho potuto tenerla tra le braccia e fare il skin to skin.

Una volta giunta in camera ho potuto incontrarla: era così piccola, solo 2,3 kg. Uno scricciolino di pura gioia. La notte l’ha passata in osservazione e al mattino seguente abbiamo potuto prendercene finalmente cura. Solo allora quando Luna ha aperto gli occhi ci siamo accorti di un taglio degli occhi un po’ “a mandorla”. Nessuno dei due ha osato dirlo all’altro. Quel pomeriggio il dubbio mi ha divorata. Aspettavo con ansia la visita del pediatra per poterglielo chiedere. Ed ecco che con lui è arrivata anche la conferma: Luna ha la sindrome di Down.

Non so spiegare l’emozione che si è divampata dentro di me, un’emozione mai provata e la mia reazione è stata la paralisi. Non sapevo cosa dire, cosa pensare. Non sapevo come reagire a questa cosa così nuova. Il pediatra parlava e io ascoltavo immobile. D’improvviso le lacrime. Lacrime senza significato, che davano sfogo a quell’emozione insolita che aveva preso il sopravvento. Durante la gravidanza avevamo scelto di non fare alcuna indagine invasiva.

Non ho fatto nemmeno l’esame del DNA fetale su sangue venoso. In ogni caso avremmo accettato nostro figlio in tutto e per tutto. Le ecografie di routine non avevano evidenziato nulla di particolare e se potessi tornare indietro rifarei esattamente tutto così perché questo mi ha permesso di vivere una gravidanza meravigliosa, con gioia ed entusiasmo. Per me è stato giusto così. I due giorni seguenti alla diagnosi di sindrome di Down li ho passati a piangere e a leggere su internet cercando testimonianze. Ero terrorizzata dal futuro, non del mio e di mio marito, ma di Luna. Come crescerà? Che problemi avrà? Riuscirà a correre? E a parlare? Quanto grave sarà il suo ritardo mentale? Come la tratteranno? Come si sentirà? Si innamorerà? Mille domande, mille paure, mille paranoie. Due giorni infernali, in balia dei pensieri, degli ormoni e dei dolori dell’operazione.

Ma poi ecco che come sono arrivate, le lacrime hanno smesso di scendere. Luna con il suo candore e la sua bellezza, con il suo bisogno di amore mi ha riportata alla realtà, a lei. Io ero la sua mamma e lei la mia bambina. La sindrome non diceva assolutamente nulla di lei, poteva caratterizzare i suoi cromosomi ma lei era molto ma molto di più.

Luna si è svelata a me durante tutta la gravidanza e mi ha mostrato la sua forza e la sua volontà. Era chiaro quanto fosse tenace e indipendente. Le piacevano la musica e le carezze, i massaggini fin da quando era nella pancia. Abbiamo danzato insieme per mesi e ora non potevo non vederla nella sua infinita bellezza. Lei è parte di me. Sono sicura che siano i figli a scegliere i genitori e quindi se lei ha scelto noi vuol dire che siamo pronti per questa avventura fuori dagli schemi.

Viviamo in una società che demonizza il diverso e anche se non lo crediamo ne siamo comunque influenzati. Non ci insegnano a completarci con coloro che sono in qualche modo diversi da noi. Lo si può imparare solo vivendo, solo condividendo attimi di vita quotidiana. Luna è stupenda, un fiore che sta germogliando. Ci ha trasformato la vita in meglio e siamo fieri di tutto ciò che è. Ha trasmesso amore a tutti quelli che le stanno vicino e ha sconfitto le paure che infliggevano le nostre famiglie. Non ci sono dubbi, timori o perplessità. Lei è pura vita e ci ha svegliati dal nostro torbido tram tram. Luna può fare tutto nella vita e la difenderemo da chi pensa e vuole farle credere il contrario. La sosterremo nel creare la sua felicità.

Non si parla mai di quanto l’ambiente esterno possa essere determinante nello sviluppo di un piccolo essere umano, invece bisognerebbe porre più attenzione. Essere pienamente consapevoli che con i giusti stimoli e amore ogni difficoltà può essere superata, è alla base per una crescita felice. Ma di tutti! A Luna verrà data ogni possibilità per creare il suo futuro e noi siamo fieri che ci abbia scelto per percorrere questa sua avventura nella vita. Non cambierei nulla né del percorso che ci ha portati qui ad oggi, né di mia figlia.

Solo quando entri con tutta te stessa in situazioni che vanno oltre la “normalità” che ci hanno insegnato, solo allora scopri la verità sulla bellezza che ti possono offrire, solo allora capisci il senso profondo di uguaglianza. Mi piace pensare che le nuove generazioni porteranno un vero cambiamento. Quello che spero, e che mi attiverò per realizzare (la speranza non basta), è che si possano realizzare dei contesti di vita quotidiana caratterizzati dalla fusioni delle diversità, dando così un calcio a queste innumerevoli ghettizzazioni che ci circondano. Siamo tutti diversi su questa Terra, ognuno con i propri pregi e i propri difetti. Ognuno può dare qualcosa che aiuti l’altro ad evolvere. Se ci impegnassimo a tirare fuori il meglio da noi stessi, invece di giudicare e discriminare chi non ha le stesse nostre caratteristiche, sia fisiche che emotive o patrimoniali, il mondo sarebbe un posto pieno di luce e non un accumulo di ombre.
Mia figlia è perfetta in ogni minimo difetto e lo siamo tutti, basta guardare col cuore.

Ho realizzato una pagina Instagram ‘Occhi di Riso’ per sensibilizzare sull’argomento. È solo all’inizio ma ora con un grafico la svilupperemo in maniera diversa, più incisiva. Lo step successivo è la realizzazione di un blog e poi tanto altro.

Alessandra B.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Febbraio 2021
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  1. Avatar
    Scritto da Patrizia Casari

    Cara Alessandra, Luna è una bimba saggia e fortunata, perché ha scelto, come tu dici, una mamma come te.
    Un grandissimo abbraccio a voi e al papà!
    Una nonna

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