L’Ordine degli ingegneri di Varese: “Vigiliamo per tutelare la comunità”

Coi suoi 2.000 iscritti, l'Ordine copre 120 specializzazioni diverse. Il lavoro di controllo sull'operato e sul rigore deontologico dei suoi membri ha ottenuto sempre più valore anche per le aziende del territorio

Ordine degli Ingegneri della provincia di Varese

Essere garante dell’operato dei suoi iscritti attraverso una valutazione attenta della loro preparazione tecnica e deontologica: questo il compito che l’Ordine degli ingegneri di Varese porta avanti da anni. Un servizio rivolto soprattutto alla tutela della comunità, ma nel tempo è diventato sempre più prezioso anche per le aziende.

Diviso in tre sezioni (civile e ambientale, industriale e dell’informazione), l’albo comprende tutti coloro che, avendo conseguito il titolo di studio e superato l’esame di stato, hanno raggiunto la qualifica di ingegnere.

«Come Ordine degli ingegneri di Varese – spiega il presidente Pietro Vassalli (nella foto in alto) – cerchiamo di essere il più possibile inclusivi. Fanno parte del nostro ordine ingegneri di ogni ambito: aeronautica, biomedica, industria, informatica, architettura, nucleare, ambiente e tanti altri. In totale, su 2.000 iscritti copriamo 120 specializzazioni . L’Ordine non è a numero chiuso, e siamo sempre pronti ad accogliere nuovi membri».

Per permettere a esperti in ambiti così diversi di dialogare alla pari, l’Ordine degli ingegneri di Varese propone anche molte iniziative di formazione, tanto su aspetti tecnici quanto su quelli deontologici. «L’obiettivo – afferma Vassalli – è permettere a tutti i nostri iscritti di raggiungere una cultura di base condivisa. Sviluppando nuove conoscenze, i nostri ingegneri riescono quindi discutere coi loro colleghi specializzati in ambiti differenti e promuovere lo scambio di idee».

Una missione lunga un secolo

La storia dell’Ordine degli ingegneri ha radici profonde. Con un regio decreto del 1923 lo Stato italiano ne ha stabilito l’istituzione come ordine professionale sotto la vigilanza del ministero della Giustizia. L’obiettivo fin da subito è stato quello di controllare l’operato e il rigore deontologico dei suoi iscritti, in un contesto dove l’istruzione tra la popolazione era estremamente ridotta.

In quasi un secolo la realtà è cambiata profondamente, ma la missione dell’Ordine è rimasta la stessa. «Le sfide del presente – afferma Vassalli – sono tante e molto più complesse. La collettività spesso non ha le competenze tecniche e scientifiche per comprendere affondo quello che succede intorno a lei, è quindi nostro compito tutelarla».

«Inoltre – aggiunge il presidente –, con le nuove tecnologie sorgono anche nuovi interrogativi etici. Per esempio, basta pensare alle automobili e ai sistemi di guida autonoma. Se il cliente è disposto a pagare di più, è giusto dargli la possibilità di impostare il sistema di guida in modo che, in caso di incidente, scelga di salvare chi è a bordo dell’auto ai danni delle altre persone coinvolte?».

Aziende e università: il rapporto col territorio

Per essere iscritti all’albo degli ingegneri la formazione universitaria è necessaria, importante diventa quindi il legame tra l’Ordine e gli atenei. «Con le università – spiega Vassalli – il rapporto è eccezionale. Gran parte dei docenti dell’Università dell’Insubria sono nostri iscritti, e il confronto col preside di facoltà è costante. Molto buoni anche i rapporti in ambito informatico, in particolare con l’ex rettore Alberto Coen Porisini».

«Il nostro lavoro di valutazione – aggiunge poi il presidente – ha sempre più valore anche per le aziende che si affidano agli ingegneri. Essere iscritti all’albo significa infatti dover rispondere del proprio operato non solo al datore di lavoro, ma anche a tutti i colleghi, con possibili ricadute sulla propria reputazione anche a livello nazionale».

«Ingegneri si è»

«Quando a uno di noi – racconta Vassalli – si chiede quale sia il suo lavoro, la risposta è sempre “sono un ingegnere”». Essere ingegnere non è solo un lavoro, è qualcosa che finisce per costruire la natura stessa delle persone. «La caratteristica – spiega il presidente dell’Ordine – che vedo in tutti gli ingegneri è la caparbietà. Quando c’è da trasformare le idee di un progetto in risultati concreti, per l’ingegnere il fallimento non è mai un’opzione. Non importano i sacrifici e le ore di lavoro passate a lavorare senza sosta, quello che conta è combattere finché non si raggiungono i propri obiettivi».

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Alessandro Guglielmi
aleguglielmi97@gmail.com

 

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Pubblicato il 19 Maggio 2021
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