Rialzare lo sguardo in cerca di bellezza dopo fatiche e chiusure
Le preoccupazioni dei genitori per i ragazzi che dopo il lockdown sembrano già entrati "nell'epoca delle passioni tristi". Come riorientare il loro sguardo

Tra genitori, professori ed educatori circola il pensiero e la preoccupazione nei confronti dei nostri adolescenti, ripiegati e in affanno dopo questo anno così difficile, anche per loro. Vorremmo vederli “naturalmente giovani”, instancabilmente protesi verso il futuro, desiderosi di assaggiare la vita in tutte le sue sfaccettature, attratti e appassionati dal bello che li circonda.
L’avvicendarsi di questo periodo sembra invece rimandarci e rinforzare l’idea che loro per primi stiano vivendo con grande intensità “l’epoca delle passioni tristi”, di cui già ci parlavano quasi 20 anni fa, Bensayag e Schmit: depressione, senso di impotenza e tristezza diffusa gli impediscono di alzare lo sguardo e forse temono anche di farlo, per la paura di non trovarci un granché da vedere sia nel loro presente, sia nel loro futuro.
Di fronte a tale stato di cose è importante riconoscere le grandi responsabilità e possibilità che noi adulti abbiamo nel riorientare il loro sguardo; anche quando chiedono di essere lasciati stare, si chiudono e isolano, occorre trovare un modo per contattarli, trovare un apertura, lasciar passare la luce.
Per riaccendere la fiamma della meraviglia, la curiosità che spinge alla ricerca ci sono venuti in mente 4 verbi che, alle porte dell’estate, ci auguriamo possano esservi d’aiuto:
Andare a vedere. Mettersi in cammino, tracciare un itinerario per raggiungere il bello è spesso ciò che prepara meglio il cuore e la mente ad apprezzarlo, a goderlo a pieno. Il fascino per il bello si risveglia se si chiede ai ragazzi di partire, di mettersi in viaggio e se gli si racconta della splendida meta che li aspetta. Musei, vette, parchi, monumenti o panorami possono essere goduti a pieno quando si è fatto un cammino, intellettuale o fisico, che ce li ha fatti desiderare e pregustare.
Toccare. Gli adolescenti hanno bisogno di toccare con mano la bellezza, di vivere un esperienza che coinvolga tutti i sensi, in particolare quelli che sono stati trascurati a causa della pandemia. Mettiamoci alla ricerca di professioni, attività e sport da far provare, anche solo per gioco, ai nostri ragazzi, poiché solo sperimentandoli può scattare quella passione che li mette in moto. Il nuovo, l’inedito di cui si fa esperienza è in grado di risvegliare la speranza nel futuro, la fiducia nel possibile.
Incontrare. La bellezza spesso colpisce proprio perché c’è qualcuno in grado di mostrartela in tutto il suo splendore; insieme ai compagni di viaggio ecco allora che non possono mancare gli incontri con maestri d’arte o di mestiere, testimoni appassionati in cui dimora la bellezza del sapere e del saper fare.
Fare memoria. Per impedire che al termine dell’esperienza lo sguardo si ripieghi, è fondamentale farne tesoro, renderla oggetto di condivisione e riportarla alla mente nei momenti di fatica e sofferenza. Racconti, foto, biglietti del treno o dei traghetti e cartoline possono diventare il tramite, il mezzo attraverso cui risvegliare quella sete di bellezza e mantenerla in essere.
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