USB: “Sciopero e presidio perché dalla Regione non arriva nessuna risposta”
Uno sciopero nazionale della sanità e un presidio sotto l’Assessorato al Welfare della Lombardia per denunciare le tante criticità del sistema sanitario regionale, emerse dall’emergenza sanitaria

Uno sciopero nazionale della sanità e un presidio sotto l’Assessorato al Welfare della Lombardia in Piazza Città di Lombardia, lato Via Restelli, per denunciare le tante criticità del sistema sanitario regionale, emerse dall’emergenza sanitaria, e che dopo 15 mesi non hanno ancora trovato nessun correttivo.
È la scelta dell’Unione Sindacale di Base che ha sollevato in passato “diverse istanze di rivendicazione già fatte pervenire all’assessore Moratti e da quest’ultima ignorate sono, in primo luogo, le difficoltà da parte della cittadinanza ad accedere alle cure, per il prolungarsi delle liste d’attesa dovuto alle carenze strutturali, soprattutto di personale. Ricordiamo che già prima della pandemia per usufruire dei servizi della sanità pubblica le liste d’attesa erano lunghissime, oggi la situazione è ulteriormente e questo spinge ancora di più i cittadini verso i centri privati, indebolendo ulteriormente la sanità pubblica che invece andrebbe rinforzata”.
Un punto qualificante riguarda la medicina di prossimità. “Le tante promesse di potenziare la rete di cura territoriale distrutta progressivamente negli anni precedenti, si sono rilevate solo chiacchiere. Infine la carenza cronica di personale sanitario non è stata mai affrontata seriamente ma solo con interventi di facciata, qualche assunzione con contratti atipici, per avvalorare ormai la spietata politica del precariato”.
Le mancate risposte a questioni così delicate, hanno portato alla scelta della contestazione. “Tutte condizioni che hanno reso inevitabile lo sciopero del personale della sanità, soprattutto in considerazione del G20 in corso che, tra i suoi temi, affronterà anche quello della salute e della sanità. L’attuale sindemia sta dimostrando sempre di più quanto la salute debba essere centrale negli interessi degli Stati, sia come diritto essenziale da tutelare che come fattore imprescindibile dal quale deriva ogni benessere, anche quello economico”.
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