Bocce, a Brenta poco conta il blasone

Risultati a sorpresa nella gara organizzata dalla Renese a Brenta per la momentanea indisponibilità dei suoi campi

bocce brenta roberto bramani araldi

Nella scienza dell’araldica lo stemma gentilizio è una componente essenziale, è ciò che caratterizza una famiglia, le cui imprese hanno avuto un tale rilievo da rendere indispensabile la caratterizzazione dell’appartenenza, da qui il blasone, la nobiltà.

Anche il mondo delle bocce si allinea a questa visione di eccellenza, spalmata per secoli dal medioevo in poi in una stratificazione sociale granitica e inscalfibile, con la creazione di veri e propri primati sanciti da risultati, classifiche e categorie.

La categoria A, per antonomasia, è diamantifera, non tollera che qualche parvenu, privo di quel blasone di cui, lei sì, è insignita, possa osare introdursi nelle stanze degli eletti: l’intruso verrebbe come minimo trattato con sufficienza per preludere alla naturale espulsione per rifiuto.

Così doveva andare a Brenta, nella gara lì organizzata dalla Renese per la momentanea indisponibilità dei suoi campi, con le coppie Bossi Alessio/Scurati e Barilani/Biancotto favoriti, anzi favoritissimi, per arrivare a contendersi il successo in una finale predestinata.

Invece… Invece cosa succede in uno dei quarti di finale?

Succede che i due alfieri di categoria A della Cuviese, brillanti secondi classificati appena pochi giorni prima dopo una battaglia asperrima e senza cedimenti contro i totem di Possaccio Chiappella/Turuani, si lascino irretire da un lungo, esasperante testa a testa dalla coppia di categoria C dei BeiGiurnà costituita da Casartelli/Massa che riesce infine a prevalere per 12-10 con un’ultima mano praticamente perfetta.

Il tonfo ha assunto il rumore di un tuono rotolante e rimbalzante anche oltre i colli intorno, tanto che sembra sia stato percepito fino alle rive del Lago Maggiore, distante alcuni chilometri.

E non si creda che la vicenda sia finita: sempre ignorando il blasone, la coppia di B del Basso Verbano Bolzani/Terzaghi compete senza alcun timore reverenziale con i mostri sacri Barilani/Biancotto, che portano sul loro stendardo  campionati italiani e una serie impressionante di vittorie di prestigio, fino a trovarsi in parità sul punteggio di 7-7, dove si decide realmente l’incontro. Nella mano successiva, dopo varie prodezze, a fondo tavola gli azzurri possono contare un punto al centro, a bersaglio, con una boccia di Barilani poco distante. Entrambe le squadre hanno una boccia ciascuno: una Biancotto e una Terzaghi. L’eventuale bocciata del Cuviese potrebbe, qualora si verificasse una circostanza sfortunata, donare fino a tre punti all’avversario, per cui Biancotto decide l’impossibile: l’accosto.

Bisogna pensare che gli accosti a fondo campo a Brenta sono, come minimo, un azzardo, date le irregolarità che i campi in terra accumulano con il proseguire delle giocate, tuttavia Renato si mette in posizione e fa scorrere la sua boccia con una traiettoria impostata sulla destra del campo: questa s’incammina fino oltre metà mantenendo la rotta, poi s’inclina, scende verso il centro fino a toccare gentilmente quella dell’avversario e il pallino che viene spostato verso quella del compagno.

Solo un campionissimo come Biancotto poteva riuscire in una simile impresa!

Morale due punti per terra. Terzaghi a quel punto può solo bocciare per tentare di ripristinare lo status quo ante: anche lui si concentra, fino a quel momento ha colpito quasi tutto fra cui alcuni boccini decisivi, poi scaglia. Forse la mano trema un poco per la difficoltà del tiro o per lo scoramento di dover prendere atto della prodezza avversaria, ma sbaglia, colpisce la boccia non dichiarata e lascia i due punti ai cuviesi che concludono due mani dopo per 12-7: ma quanta fatica e quali rischi di lasciarci le famose penne!

Nella finale Brenta decide di aver già troppo leso le immagini della nobiltà boccistica e abbandona la sua aria arcigna concedendo a Barilani/Biancotto un’agevole vittoria che Guerrieri tenta di ostacolare con alcune bocciate di volo invero pregevoli, ma stavolta i blasonati non fanno sconti, riescono a domare anche le difficoltà degli accosti verso il monte dove bisogna dotare le bocce di un piccolo motore per superare la salita e si aggiudicano il torneo della Renese con il punteggio di 12-4. Ancora una volta, quindi, ha prevalso il lignaggio!

PILLOLE DI BOCCE

22 luglio – Brenta Renese – Regionale coppie ABCD – finale

Barilani/Biancotto – Cuviese (VA)
Dipaoloantonio/Guerrieri – Renese (VA)
Bolzani/Terzaghi – Basso Verbano (VA)
Casartelli/Massa – BeiGiurnà (VA)

23 luglio – Carnago Vharese – Regionale coppie ABCD – finale

Fiorato/Varè – Malnatese (VA)
Barilani/Biancotto – Cuviese (VA)
Braida/Castelli – Lainatese (MI)
Cobianchi/Schiavo – Ponte Lambro (CO)

30 luglio – Solbiatese Solbiate – Regionale Individuale ABCD – finale

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Pubblicato il 26 Luglio 2021
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