Settore edilizio in ripresa ma sono ancora troppi i mestieri che nessuno vuole fare
Arrivano buone notizie per quanto riguarda il settore edilizio in Italia. Stando ai dati più recenti, il biennio 2020-2021 dovrebbe registrare una ripresa significativa, traducibile in 4.5 miliardi di euro

Arrivano buone notizie per quanto riguarda il settore edilizio in Italia. Stando ai dati più recenti, il biennio 2020-2021 dovrebbe registrare una ripresa significativa, traducibile in 4.5 miliardi di euro. Già nel 2019 erano stati mossi i primi passi, con il valore globale degli investimenti nel settore edile in Italia che era cresciuto del 3.3% rispetto all’anno precedente. I due anni successivi hanno poi confermato questa tendenza, registrando un aumento rispettivamente dell’1.8% e dell’1.7%.
Molto probabilmente, l’innovazione dei processi produttivi così come l’utilizzo di nuovi prodotti ha fatto la differenza. L’edilizia 4.0, quella partita pochi anni fa e che ha in programma di continuare ancora a lungo, si basa su tre parole chiave: sostenibilità, digitalizzazione e nuovi materiali. Finora, il cambio di marcia sembra aver dato i risultati sperati e potrebbe darne addirittura di migliori nel futuro prossimo.
Ciononostante, la lunga crisi del settore edilizio non è stata cancellata. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2017, tutta Europa ha dovuto fare i conti con una drastica riduzione dell’occupazione nell’edilizia. Si parla di 539.000 posti di lavoro in meno (-28%) solo in Italia, 3,4 milioni in tutta Europa. Non a caso, se si prendono in considerazione i mestieri meno popolari nel bel paese, molti sono parte del settore edile. Scopriamone alcuni.
Ascensorista
Alcuni potrebbero addirittura non sapere che si tratti di un mestiere vero e proprio. D’altronde, non sono in molti quelli che da bambini sognano di riparare ascensori una volta cresciuti. Nonostante questo, per diventare ascensoristi c’è bisogno di seguire un percorso di studi ben preciso, e che prevede l’acquisizione di un diploma tecnico e un attestato rilasciato al termine del relativo corso di formazione. Forse, uno dei motivi che non convince chi non sa ancora che carriera intraprendere.
Operaio non specializzato su piattaforme petrolifere
Si tratta di un mestiere molto ben retribuito (la media è di circa 60.000 euro l’anno) ma questo non sembra bastare agli aspiranti lavoratori. Innanzitutto, i requisiti sono molto e nemmeno banali. Servono un diploma, in alcuni casi anche una laurea, esperienza sul campo, capacità di lavorare in un gruppo e conoscenza della lingua inglese, visto che spesso e volentieri ci si trova a trascorrere un intero anno fuori sede.
Ecco, questo è probabilmente il motivo fondamentale per cui quello di operaio non specializzato su piattaforme petrolifere non è tra i mestieri più ambiti. È un lavoro che isola e tiene lontani da casa per un periodo di tempo molto lungo, forse troppo lungo.
Operaio saldatore
Recentemente sono stati inaugurati dei corsi di formazione professionale per questa figura che però hanno ricevuto un’accoglienza poco entusiasta (solo sei le adesioni). Comprendere i motivi di questa penuria non è semplice, ma potrebbe avere a che fare con le difficoltà del ruolo stesso. Senza dilungarsi troppo, chi pensa che per svolgere questo lavoro basta utilizzare una saldatrice tig per ogni occasione è decisamente fuori strada, perché le varianti sono molteplici.
Il settore dell’edilizia è in crescita grazie a un cambio di strategia iniziato qualche anno fa e che sta cominciando a dare i frutti sperati. Nonostante questo, sono ancora troppi i mestieri che nessuno vuole fare e che fanno parte di questo mondo in crisi da più di un decennio.
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