Al via la discussione della riforma sanitaria in consiglio regionale. Le opposizioni: “Presenteremo 5000 atti e parleremo per 250 ore”
Massimo De Rosa, capogruppo M5S Lombardia, annuncia battaglia per evitare l'approvazione di una "(non)riforma di facciata scritta dalla Giunta regionale al solo fine di accaparrarsi le risorse ottenute da Giuseppe Conte per il Paese"

Inizia domani, mercoledì 10 novembre, la “maratona” consiliare dedicata all’esame e alla discussione del progetto di legge di riforma della sanità lombarda che modifica la legge n°33 del 2009.
Il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi ha infatti convocato le prime tre sedute nei giorni mercoledì 10, giovedì 11 e venerdì 12 dalle ore 10 alle ore 18, così da lasciare poi spazio dopo le 18 alle riunioni delle Commissioni consiliari.
Sono previste sedute ogni giorno (esclusi sabato e domenica) fino al 26 novembre, considerando che ciascun consigliere regionale potrà disporre di 10 minuti di tempo per il proprio intervento e che sono consentiti altri 5 minuti di tempo per illustrare i singoli ordini del giorno presentati (ogni Consigliere regionale, secondo quanto stabilito e concordato dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari, non potrà in ogni caso effettuare in sede di discussione generale più di 5 interventi).
L’illustrazione degli emendamenti e degli ordini del giorno sarà consentita solo nel corso della discussione generale, così che, una volta terminata, si procederà direttamente alle votazioni degli articoli e degli emendamenti e, a seguire, degli stessi ordini del giorno. Dal momento che, come annunciato dal Presidente Fontana, l’oggetto della riforma investe direttamente il programma di governo, non saranno ammissibili votazioni a scrutinio segreto. Il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle ore 12.30 di domani martedì 9 novembre, mentre per gli ordini del giorno e gli eventuali sub-emendamenti ci sarà tempo fino alle ore 14 di giovedì 11 novembre.
Le opposizioni annunciano battaglia. In un incontro, tutti i capogruppo d’opposizione hanno elencato i punti critici che contesteranno in aula.
Massimo De Rosa, capogruppo M5S Lombardia, assicura: «Presenteremo cinquemila atti e parleremo per duecentocinquanta ore, sfruttando ogni minuto ci sarà concesso, per chiedere al centrodestra di ascoltarci e non ripetere ancora una volta gli stessi errori. La riforma del Servizio Sanitario Regionale lombardo nasce dall’esigenza di correggere gli errori delle riforme Formigoni e Maroni. Un’impostazione che ha fatto da sfondo a ripetuti scandali e malaffare. Errori messi nero su bianco dai rilievi di Agenas e Ministero della Salute. La Moratti-Fontana è una (non)riforma di facciata scritta dalla Giunta regionale al solo fine di accaparrarsi le risorse ottenute da Giuseppe Conte per il Paese, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e rivenderle come proprie in Lombardia. Una (non)riforma che promuove un modello incapace di dare a pubblico e privato gli stessi diritti e soprattutto gli stessi doveri, che lascia le nomine dei dirigenti in mano alla politica e non riavvicina i servizi di base per l’assistenza ai territori. Dimostrando ancora una volta come, dalla severa lezione imposta dalla pandemia alla Lombardia e dalla sua inadeguata gestione, il centrodestra non abbia imparato nulla.
In Aula verranno affrontati dei passaggi determinanti, non solo per il futuro della sanità regionale, ma per l’intero Sistema Sanitario Nazionale. La criticità più grossa della (non)riforma Moratti-Fontana è di fatti la presenza di alcuni articoli in contrasto con la normativa nazionale. Motivo per cui il Movimento Cinque Stelle presenterà diverse pregiudiziali di costituzionalità. Alcuni passaggi di questa (non)riforma rappresentano una vera e propria sfida al Governo, passibili di impugnativa alla Corte costituzionale. Passasse il concetto che le Regioni possano derogare ai principi generali della normativa nazionale sarebbe a rischio l’intero Sistema Sanitario Nazionale. Per questo respingeremo con fermezza questa proposta di legge, chiedendo che la discussione sia riaperta. La salute è un diritto di tutti» così Massimo De Rosa, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, al termine della conferenza stampa convocata dalle opposizioni in Consiglio Regionale alla vigilia dell’approdo in Aula della proposta di legge di riforma del sistema sanitario lombardo.
«Il sistema sanitario lombardo non ha retto la prova del Covid, nonostante l’abnegazione la grande professionalità di medici e infermieri – dichiara il consigliere regionale e capodelegazione del Pd in Commissione sanità Samuele Astuti – Una modifica era necessaria ed è stata richiesta dal Governo con prescrizioni precise che la giunta regionale ha accolto solo in parte. Noi chiediamo un deciso rafforzamento della sanità territoriale, ma temiamo che la giunta regionale voglia fare ritocchi di facciata, pur di prendere i soldi del PNRR, senza però aumentare davvero, riorganizzandoli, i servizi in favore dei cittadini. In aula tenteremo di togliere il velo su dettagli problematici della riforma di Moratti e Fontana, che è una legge calata dall’alto, su cui il presidente si è giocato la fiducia, togliendo ai consiglieri la possibilità di votare a voto segreto. Il nervosismo nella maggioranza è evidente. Un elemento molto rischioso è che viene inserita l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata, un dettaglio rischiosissimo per la tenuta della sanità lombarda e contrario all’impostazione nazionale. In più, le ATS, che esistono solo in Lombardia, non solo non scompaiono, ma potranno essere incrementate fino a una per provincia, e tutto ciò solo perché la maggioranza ha fame di nomine e di posti di comando sui diversi territori. Infine, l’intera gestione del fondo sanitario regionale passa dalla collegialità della giunta al controllo dell’assessorato al welfare. La vicepresidente Moratti, in pratica, si arroga il diritto di decidere in autonomia sul 75% del bilancio regionale, ponendo il presidente e i colleghi di fronte al fatto compiuto».
Prima dell’avvio dei lavori dell’Aula consiliare il Movimento Cinque Stelle e le altre forze d’opposizione al governo regionale daranno vita a un presidio davanti a Palazzo Pirelli.
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