Ennesimo rinvio per “Piazza Pulita”, il “caso Legnano” tornerà in aula ad aprile 2022
Slitta ancora la prosecuzione dell'udienza preliminare per i sette imputati del secondo filone processuale del "caso Legnano" per un legittimo impedimento

Ancora un rinvio, l’ennesimo, per il secondo filone processuale nato dall’inchiesta “Piazza Pulita”, che a maggio 2019 ha decapitato la giunta guidata dall’allora sindaco di Legnano Gianbattista Fratus. Era attesa per oggi, martedì 7 dicembre, la prosecuzione dell’udienza preliminare che potrebbe portare alla sbarra altri sette imputati, ma dalle aule del Tribunale di Busto Arsizio è arrivato un altro rinvio per legittimo impedimento di uno di questi ultimi.
L’udienza si era aperta a luglio, dopo quattro rinvii che avevano portato ad uno slittamento di oltre un anno. Per sapere se per il “caso Legnano” si andrà nuovamente a dibattimento – come era già successo per l’ex primo cittadino, il suo vice Maurizio Cozzi e l’ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini, condannati in primo grado nella primavera del 2020 -, bisognerà però aspettare aprile del prossimo anno, quando si tornerà in aula per valutare eventuali richieste di patteggiamento da parte dei sette ex dirigenti comunali o delle partecipate cittadine e politici legnanesi coinvolti.
Torna in aula “Piazza Pulita”, udienza preliminare per altri sette imputati per il “caso Legnano”
Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga, Enrico Barbarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune, Enrico Peruzzi, suo predecessore, Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.PA, e Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, sono chiamati a rispondere dell’accusa di aver collaborato a vario titolo con Fratus, Cozzi e Lazzarini alla manipolazione del conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA, della selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e della nomina del direttore generale di AMGA. A Luciano Guidi, invece, viene contestato un accordo stretto con Fratus in occasione del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del 2017, quando proprio come il segretario provinciale della Lega era in corsa per la poltrona da primo cittadino: accordo in virtù del quale avrebbe barattato i propri voti con una nomina in una municipalizzata per la figlia. Per Flavio Arensi, infine, l’addebito riguarda il bando attraverso il quale è diventato curatore artistico del comune di Legnano, che secondo gli inquirenti sarebbe stato cucito su misura proprio per il critico d’arte.
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