Keene the King: la vince ancora lui. Ma De Nicolao è strepitoso al suo fianco

Il folletto biancorosso supera un primo tempo difficile e trascina a suon di canestri la OJM nel finale. Ottimi anche il play, Vene e Ferrero. Ovazione per Librizzi e Virginio

Openjobmetis Varese - Dolomiti Energia Trento 90-89

BEANE 6,5 – Non stava bene, ma la notizia non era trapelata e così Roijakkers lo ha usato “normalmente” fin dal quintetto base per poi centellinarlo e infine farlo sedere. Ci ha provato per 14′ e tanto basta per applaudirlo, in un mondo dove è frequente mettersi in malattia per un colpo di tosse. AB spreme comunque 7 punti senza i quali si sarebbe perso.

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SOROKAS 7 – Partita simile a quella di Trento: inizia soffrendo Williams ma poi sul tratto lungo prende misure e soddisfazioni personali. Qualche errore ma pure sportellate, canestri, rimbalzi (11+7) e addirittura assist (ben 4). In una squadra senza pivottoni continua a essere l’uomo di centroarea atipico ma anche per questo difficile da affrontare.

DE NICOLAO 7,5 – Questa sera non lo si può battezzare, perché quei tiri finiti sul ferro a ripetizione in quel di Trento stavolta si infilano abbastanza spesso in fondo al canestro. Sistemata la parte realizzativa, Denik sciorina una prova totale: difesa dura, fastidiosa ma non fallosa alternata a regia sapiente e attenta. Ne esce un tabellino con zero (!) palle perse e due recuperate a cui Giovanni aggiunge 5 assist, il migliore con Vene. E uno di questi finirà sul manuale del basket: la rimessa a pallonetto lunga 20 metri che finisce nelle mani di Keene in angolo per la bomba del sorpasso. Un canestro che è un po’ anche suo.

VENE 7,5 – Ci siamo già dimenticati di quel paio di forzature che non gli appartengono e che hanno macchiato – ma è stato un attimo – il suo secondo tempo. Ed è lui a farcele dimenticare mettendo in campo la solita, enorme, meravigliosa sapienza cestistica di cui dispone: quattro rimbalzi d’attacco (su 8), non perché ha la fortuna di Gastone ma perché ha il fiuto di Rodman. E poi cinque assist tra i quali una “goccia” caduta esattamente tra le mani di Sorokas in mezzo a due marcantoni vestiti di nero. Roba per la quale servono mani da ricamatore e cervello da astrofisico.

REYES 6 – Dopo aver lasciato tutti a bocca aperta a Trento, il nuovo americano non si ripete. Gioca poco e lo fa in modo wilsoniano, stando alla larga dal cuore dell’azione (pur dando qualcosa in difesa). Nel finale è un continuo entrare-uscire ma Caroline gli regala un jolly enorme stoppando irregolarmente un suo tiro destinato a fare sdeng. Un pizzico di fiducia, sufficiente per fargli scagliare la tripla vincente dall’angolo decisiva per la volata finale biancorossa. Un “gol” che vale il sei in pagella.

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LIBRIZZI 7,5 – Sulle ali dell’entusiasmo, al palazzetto lo premiano con una magnum di spumante destinata all’MVP. Passata la sbornia collettiva, lo ritroviamo ugualmente lassù in alto, subito sotto Keene. Di nuovo in quintetto, stavolta spende i falli in molti più minuti, guadagna spazio per meriti e non per congiunzioni astrali favorevoli, segna i primi punti in Serie A (4) aggiungendo un triplone nel cuore del terzo periodo. In America qualcuno ci avrebbe già scritto una sceneggiatura.

VIRGINIO 6,5 – Come il “gemello del gol” Librizzi, incassa fiducia e complimenti da Roijakkers che – così a prima vista – non ci sembra esattamente il più generoso al mondo da questo punto di vista. Anche questa volta l’ala di Besozzo (ci starebbe un uno contro uno con il sindaco-cestista Del Torchio: il ruolo è lo stesso) mette piede in campo nella ripresa, dà un tocco di freschezza e di imprevedibilità, piazza due punti con un rimbalzo convertito in canestro. Poi si prende un paio di tiri sbilenchi, ma è meglio sbagliare che rimpiangere di non averci provato. Bravo anche lui.

FERRERO 7 – Cinque minuti completamente da indemoniato totale: quelli che chiudono il primo quarto e aprono il secondo. Minuti nei quali si rivede “Mão Santa”, la mano di Oscar impiantata sul sinistro del Gianca: tre triple consecutive a spezzare l’equilibrio e a dare il massimo vantaggio alla OJM. Come dire: se Trento pensava di vendicarsi facilmente, questo è il benvenuto a Masnago. Poi si normalizza, ma che impatto!

CARUSO 6,5 – Di nuovo segnali positivi dal lungo napoletano, sempre più pivot per attitudine a stare in area, giocare il pick’n’roll, ruggire a rimbalzo e fare a sportellate. Numeri magari non memorabili ma importanti (6 punti, 4 rimbalzi) se parametrati ai minuti giocati: 10. Comunque cinque volte tanto a quello cui ci aveva abituati Vertemati.

KEENE 8 (IL MIGLIORE) – Di riffa o di raffa, la vince ancora lui. Certo, supportato da tutti i presenti a Masnago, compagni, staff, tifosi, parcheggiatori, baristi. Però è lui a metterne 23 completati con i due liberi del sorpasso definitivo e trionfale. Mica facile contro una difesa che per forza di cose ha già dovuto prendergli le misure (Bradford lo ha francobollato a lungo) e che per mezza partita era anche riuscito a mandarlo in tilt, tra palle perse e tiri sul ferro. Ma in attacco il leader è lui (tanto più in quasi assenza di Beane): Roijakkers lo cavalca e ha di nuovo ragione: God save the King.
MVP Confident anche per i lettori della nostra DirettaVN con il 56% delle preferenze.

Roijakkers: “I miei ragazzi si sono rifiutati di perdere. E il pubblico ci ha spinto”

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Gennaio 2022
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