Vendevano cuccioli prima dei due mesi di vita, 27mila euro di multa per due allevamenti
I Carabinieri del Cites monitoravano quattro allevamenti del Milanese, due di questi agivano senza rispettare i termini legali e senza l'iscrizione dei cuccioli all'anagrafe canina
Vendano cuccioli prima dei termini previsti dalla legge, senza iscrizione all’anagrafe canina. Multe per un totale da 27mila euro in due allevamenti del Milanese, dove il Nucleo CITES di Milano ha avviato una campagna di controllo su allevamenti di cani di razza con lo scopo dell’accertamento dell’idoneità degli allevamenti e, soprattutto, del mantenimento di adeguati standard di benessere animale.
Dei quattro allevamenti controllati nel milanese questo febbraio, in due attività sono state riscontrate violazioni alla normativa regionale di riferimento, con la vendita di cuccioli di cane prima dei sessanta giorni imposti dalla legge e la mancata iscrizione dei cuccioli stessi all’anagrafe canina entro i quindici giorni dall’inizio del possesso. Due norme, quelle infrante dagli allevamenti, introdotte dalla legislazione regionale al fine di salvaguardare il benessere animale e garantire la piena tracciabilità di origine degli esemplari.
Nel primo dei due allevamenti sanzionati, che cresceva cani di razza maltese, sono state effettuate un totale di 23 sanzioni amministrative per un controvalore da 11.600€. Per il secondo, che gestiva chihuahua, sono state 16 le violazioni contestate per un controvalore totale da 16.000€.
Il decorso dei due mesi dalla nascita prima della vendita è infatti una condizione necessaria per assicurare lo svezzamento dei cuccioli: il rischio è quello che i cuccioli che non completano appieno il periodo necessario all’allattamento naturale e della prima crescita, oltre a soffrire lo stress di una separazione troppo prematura dalla madre, sviluppino deficit accrescitivi e una mancata formazione del sistema immunitario. L’iscrizione all’anagrafe canina, invece, è un obbligo estremamente importante al fine di assicurare la piena tracciabilità degli esemplari, dalla nascita alla vendita finale, ed evitare di alimentare, anche inconsapevolmente, violazioni sottostanti più gravi.
Nel corso dei controlli i carabinieri non hanno comunque riscontrato condizioni di maltrattamento sugli animali.
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