300 mani e una notte di lavoro: così è nata la maxi scritta d’amore a Torino
Con un video e un racconto gli Eugenio in via di gioia raccontano come è stata realizzata la maxi scritta "Ti Amo Ancora" che è comparsa a Torino in Piazza San Carlo qualche notte fa

Com’è nata la maxi scritta che qualche notte fa è comparsa in Piazza San Carlo a Torino? Con 300 mani e 10 ore di lavoro.
La band che ha realizzato l’opera, gli Eugenio in via di gioia, ha infatti pubblicato un video che mostra come è stata compiuta questa grande impresa collettiva che ha fatto il giro del mondo
La nostra dichiarazione d’amore è arrivata. Ringraziamo tutte le 300 mani che ci hanno aiutato a compiere un’impresa collettiva più unica che mai. Sono state dieci ore di lavoro interminabile condite da risate, mani sporche, canzoni e, naturalmente, amore. #tiamoancora #Terra pic.twitter.com/wYGPV56tp2
— Eugenio in via di gioia (@eugenioinviadig) March 31, 2022
Sempre sui social viene descritto anche il lavoro nei minimi dettagli. Ecco il racconto:
Prendiamo la parola e proponiamo una gigantesca dedica d’amore al nostro pianeta. «Ti amo ancora».Quattromila gessetti da scuola elementare bianchi, una trentina di rotoli di scotch di carta e un metro da sartoria. Iniziamo a costruire la geometria della frase partendo dal centro. Le lettere prendono forma, optiamo per le dimensioni cubitali: 15 metri di altezza ciascun carattere.
Ci organizziamo, scegliamo con perizia la tecnica, i ruoli e le soluzioni, perché crediamo fortemente che bellezza stia nei dettagli. Iniziamo a colorare.Inizialmente sembra una passeggiata, le lettere si colorano con una rapidità straordinaria, l’unione fa la forza. Presto però si fanno le 24 e gli ultimi pullman ci portano via metà della squadra. Sembra che il ritmo rallenti, ma tra musica sussurrata, nuove amicizie e strampalate tecniche di colorazione con gessetti, con grande stupore di tutti alle 3,30 finiamo l’ultima lettera.
La stanchezza non ci ferma, il freddo non si sente, l’adrenalina ci consente di continuare a parlare tutta la notte, raccontarci le nostre vite, le nostre passioni, i nostri progetti.All’alba del 29 marzo facciamo colazione, alziamo il drone e fotografiamo il nostro grido. Finalmente ci rendiamo conto che dentro quella scritta non c’è solamente una dedica, c’è il significato più profondo di collaborazione, condivisione, comunità.
Per chi se lo fosse chiesto, non è successo null’altro che questo. Ora la piazza è pulita. Tutto è tornato come prima, ma c’è una storia in più da raccontare.
Una nottata di arte e musica che ha fatto gridare a Torino “Ti amo ancora”
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