Il legnanese Aleks Vulaj riceverà la cittadinanza italiana, era stato scambiato per un rapinatore

La cerimonia il 5 maggio, dopo 24 anni dal suo primo viaggio in Sicilia. Nel 2016 l'iter per ottenere la cittadinanza era stato fermato per un incredibile caso di omonimia

Alex Vulaj

Albanese di origine, abitante di un mondo «senza confini», e Legnanese d’adozione, il 5 maggio, dopo 24 anni dal suo primo viaggio in Sicilia, Aleks Vulaj (al centro nella foto) diventerà cittadino Italiano. Una gioia tutta da festeggiare per lui e per la sua famiglia che rappresenta il coronamento di un lungo percorso di integrazione, tra spostamenti e rinunce, reso difficile e tortuoso dalla burocrazia. E non solo per i lunghi tempi di ottenimento di documenti e permessi di soggiorno. Aleks è stato vittima di un incredibile caso di omonimia.

Nel 2016 era stato scambiato per un rapinatore e si era dovuto affidare ad un avvocato per dimostrare l’equivoco che aveva fermato l’iter per ottenere la cittadinanza, dato che sulla sua fedina penale erano presenti reati mai commessi. «Ogni volta in cui venivo sottoposto a controlli dovevo dimostrare di non essere la persona incriminata», racconta. Nel 2017 la domanda di cittadinanza è stata finalmente attivata e dopo 5 anni è arrivata a casa la lettera con la data della cerimonia alla quale ha già invitato tanti amici che hanno condiviso con lui questo percorso.

In città lo conoscono tutti per il suo impegno nel sociale: Aleks Vulaj fa parte dell’associazione il Ponte dell’Unità, che raduna la comunità albanese di Legnano,  e di recente è entrato a fare parte di Migrants Live Matters, rete di migranti che vogliono aiutare i “nuovi” migranti: «Tante persone hanno fatto da ponte con me e io voglio fare da ponte per loro», ci dice Aleks, conosciuto dai lettori di Legnanonews anche per le tante testimonianze sulla sua comunità.

Settimo di otto fratelli, ha vissuto in Albania prima la dittatura e poi il comunismo: «C’era molta povertà e di noi lavorava solo papà. Nel ’92 siamo stati aiutati dai Padri Rogazionisti e grazie a loro ho potuto studiare. Con loro sono andato in Sicilia in nave e poi a Roma dove ho studiato per due anni filosofia e teologia. Nel 2001 sono uscito dai Rogazionisti e il permesso religioso per stare in Italia non era più valido. Non è stato facile ottenere il permesso di soggiorno: ho fatto diversi lavori, dal panettiere di notte all’operaio edile. Sono stato in diverse città del centro e nord d’Italia, ho vissuto in Inghilterra e poi sono tornato in Albania dove il giorno di San Valentino ho sposato mia moglie Erileta (che significa vita). Con lei ho raggiunto mio fratello a Rescaldina dove ho vissuto prima di trasferirmi a Legnano, la città dove sono nate le mie due figlie e dove lavoro come tempratore di metalli».

Serena e Sonia hanno 10 e 8 anni ed è soprattutto per loro che Aleks è felice: «Finalmente avranno la cittadinanza italiana: potranno muoversi e viaggiare senza problemi e potranno esercitare i loro diritti, ad esempio impegnandosi in politica se dovessero averne il desiderio. A tale proposito mi auguro che possa finalmente passare lo Ius Culturae, la legge che permette ai bambini nati in Italia di ottenere la cittadinanza dopo avere terminato un percorso di studio: non dovrebbero esistere diversità tra le persone in base alle loro origini e questo sarebbe un primo passo in questa direzione, anche se di strada per aiutare i migranti ce n’è ancora tanta da fare. Questo vale anche per le comunità di stranieri che in Italia non hanno fondi per esprimere la propria identità ma che dovrebbero comunque essere più unite e partecipi nella vita cittadina»

Il gruppo “Migrants lives matters” di Legnano si allarga e coinvolge le associazioni per stranieri

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
Pubblicato il 12 Aprile 2022
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