Tavolo regionale sulla crisi idrica: la Coldiretti chiede una politica di prevenzione
Coldiretti suggerisce di valutare le 70 cave dismesse che rispondono ai requisiti previsti per la raccolta e lo stoccaggio delle acque

Di fronte ai cambiamenti climatici in atto è importante passare dalla logica dell’emergenza a quella di prevenzione e programmazione. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia a seguito del Tavolo regionale sulla crisi idrica, a cui ha preso parte il vice presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra, nel quale si è valutato l’opportunità di effettuare deroghe al rilascio del deflusso minimo vitale con lo scopo primario di invasare acqua nei laghi, con un contemporaneo slittamento dei tempi per l’inizio della stagione irrigua.
«Anche sui nostri territori – continua la Coldiretti Lombardia – stiamo assistendo a una tendenza alla tropicalizzazione del clima, che ha cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni. A livello nazionale, il nostro resta un Paese piovoso nonostante i cambiamenti climatici, con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%».
«Per far fronte a questa situazione – continua la Coldiretti Lombardia – bisogna organizzarsi con interventi strutturali per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e renderla disponibile nei momenti di difficoltà. A livello regionale, come più volte sollecitato da Coldiretti, si sta lavorando sul recupero delle cave dismesse o comunque non più utilizzate come bacino di accumulo di riserve idriche strategiche: al momento sono 70 le cave dismesse individuate da ANBI Lombardia in collaborazione con Regione che rispondono ai requisiti previsti per la raccolta e lo stoccaggio delle acque.
A livello nazionale, Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile, che prevede la realizzazione di una rete di bacini di accumulo con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea – precisa la Coldiretti – è di “costruire” senza uso di cemento laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione».
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