Nonostante i dati Casciago non è (solo) un paese per vecchi

Stando alle statistiche, a Casciago c'è una percentuale molto bassa di residenti da 0 a 10 anni, mentre sono la maggioranza i cittadini tra i 42 e i 76 anni. La storia di Erica e dei suoi tre figli e la fotografia del sindaco Mirko Reto

Generico 17 Oct 2022

Un paese con un asilo nido, due scuole materne, due scuole primarie, una scuola media, due parchi gioco (uno in fase di ultimazione), associazioni sportive, palestre e tanti spazi verdi non può essere un paese per vecchi. Eppure i dati statistici sulla distribuzione della popolazione dicono altro. Stando ai numeri, infatti, Casciago è un paese “vecchio”, con tanti “baby boomer” e pochissimi bambini su un totale di poco meno di 3800 abitanti. 

Le ragioni di questo squilibrio non sono facilmente comprensibili ad un primo sguardo e non lo sono nemmeno provando ad analizzare la situazione più approfonditamente.

LA SITUAZIONE A CASCIAGO – Ci ha provato il primo cittadino di Casciago, Mirko Reto, che scherza: «Forse la popolazione invecchia perché una volta che si arriva qui non si va più via». Poi si fa più serio: «Ci sono diversi fattori. La natalità è in calo in tutta Italia, in questo periodo è difficile fare scelte forti, come avere un figlio, anche per ragioni economiche, si fanno figli più in là con gli anni, in generale si è perso un po’ il senso della famiglia e della comunità, cose che si possono recuperare con molti più sforzi e molto più tempo, non certamente con una bacchetta magica che nessuno ha. C’è insicurezza in tutti gli ambiti, per il lavoro, per il futuro, succede tutto velocemente, troppo velocemente. Non siamo pronti, non si riesce a progettare e da lì a cascata tutto si ripercuote sui dati che leggiamo, su natalità e popolazione».

 

ATTIVITÀ, LAVORO, GIOVANI E ANZIANI – «A Casciago non ci sono più grandi attività in paese, ci sono medie attività che danno lavoro a tante persone del luogo. I grandi stabilimenti nei dintorni hanno chiuso, penso alla Whirlpool o alla Franz Isella solo per fare due esempi. Qui c’è un reddito pro capite tra i più alti della provincia di Varese (28316 euro, dati Dichiarazione dei redditi 2021, anno d’imposta 2020), ci sono tanti imprenditori che hanno scelto di vivere qui, ma hanno attività altrove, da Busto Arsizio a Gemonio a Brunello e così via. Per chi vuole venire qui a vivere, a fronte di una serie di servizi offerti, c’è però poca disponibilità di vendita e di affitti ed entrambi sono alti per la zona che è, bella, appetibile (1.705 €/m² per la vendita, 9,45 €/m² per l’affitto, fonte immobiliare.it). Siamo di fianco a Varese, c’è la stazione, il bus, grandi supermercati, abbiamo tutto. Cosa possiamo fare per attrarre giovani che abbiano voglia di avere figli? Non è semplice: abbiamo incrementato i fondi per il sociale e supportato le famiglie con necessità economiche, con figli con problemi di ogni tipo, da quelli piccoli a quelli più importanti – commenta Reto -. Abbiamo investito sulle scuole e sugli asili, in molti vengono da fuori comune nelle nostre strutture. Speriamo che la prossima generazione possa voler far crescere i propri figli sul nostro territorio. Noi siamo pronti ad accoglierli, con quello che abbiamo a disposizione a livello ambientale, ma anche con investimenti e servizi, parco giochi, convenzioni con le associazioni sportive e tanto altro, senza dimenticare la popolazione più avanti con l’età, che c’è e va fatta vivere sempre meglio. Per i più “grandi” ci sono realtà associative, il Circolo di Morosolo, l’associazione Anni Verdi, la Soms che propongono attività e svago. Noi come Comune abbiamo cercato di esser presenti, aiutare quando è stato necessario farlo (in pandemia soprattutto, stando vicini ai più bisognosi). Il mio sogno è quello di avere fondi per la sistemazione del Circolo di Casciago dove vorrei creare un’area per i giovani e per gli anziani, per aggregare e creare un centro del paese che adesso non c’è».

Generico 17 Oct 2022

ERICA, GIOVANE MAMMA – Se è vero che il numero di abitanti da 0 a 10 anni a Casciago è davvero basso, 209 bambini pari al 5,8% della popolazione, c’è anche chi va in controtendenza e contribuisce ad alzare i numeri. Erica e Loris hanno 27 anni, sono una coppia, lei casciaghese da generazioni e lui “trapiantato” in paese da Bobbiate: hanno tre bambini di 7, 6 e 4 anni, Aurora, Alessandro e Lisa Maria (nella foto di copertina con la mamma).

IL SENSO DI COMUNITÀ – «Ne vorrei altri, ma per adesso basta così – scherza Erica, parrucchiera, mentre Loris fa il tornitore -. Li abbiamo voluti e cercati ed eccoci qua. Ci hanno dato dei matti e degli incoscienti, ma esagerano un po’ tutti. Si può fare, noi siamo la dimostrazione concreta che è così: ci sono le spese, si fa fatica, ma ce la caviamo. A Casciago stiamo bene e io non me ne andrei per niente al mondo. Ci sono i servizi, la scuola, l’asilo, il parco, si possono fare passeggiate a Sant’Eusebio o nei prati e nei boschi, è una zona che si presta per i bambini. Anche prima dei figli preferivo trovarmi con amici e amiche all’aperto, non tanto nei locali: adesso l’età delle nostre frequentazioni si è un po’ alzato, le amiche della mia compagnia non hanno figli, non si sono fatte convincere dalla mia esperienza. Io sono sempre stata la mamma più giovane all’asilo e anche adesso a scuola è così: sono rimasta incinta a 19 anni e ho partorito il primo figlio a 20», racconta Erica.

Di generazione in generazione

IL SEGRETO PER FARCELA – «Ricette particolari? No, direi di no. Spese pazze non ne abbiamo mai fatte, ci siamo organizzati, abbiamo risparmiato un po’, qualche volta in meno al ristorante, andiamo al parco, in bici, fuori, in mezzo alla natura invece che fare cose costose o andare al centro commerciale a spendere per ogni cosa. Io amo il paese, lo frequentavo anche prima, adoravo andare in campagna con mio nonno, a fare l’orto. Non abbiamo mai chiesto aiuti a nessuno, ce la caviamo da soli. Anche i fondi statali, i bonus o gli incentivi vari preferiamo lasciarli a chi ne ha realmente bisogno. In paese in tanti mi hanno offerto una mano: a Casciago non c’è una piazza, ma la comunità si forma negli spazi del paese, al parchetto, all’oratorio, si riesce a creare una comunità senza un luogo fisico. Molti si lamentano che non c’è niente, ma se si esce e ci si dà un po’ da fare si trova tutto. Ci si dà una mano a vicenda, tra mamme: il lunedì e il giovedì per esempio prendiamo i figli a scuola e li portiamo in oratorio, portiamo i nostri e anche quelli di altre mamme che non ci sono o lavorano. Averne 5, 6 o di più non cambia poi tanto, non ci pesa e ci fa piacere».


Le generazioni del Varesotto

Per costruire questo articolo siamo partiti dall’analisi dei dati sulle generazioni in ciascun comune del Varesotto. Abbiamo costruito tre strumenti che permettono a tutti di esplorare la composizione demografica di ciascun paese: LI TROVATE IN QUESTO ARTICOLO.
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Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it

A VareseNews ci sono nato. Ho visto crescere il giornale e la sua comunità, sperimentando ogni giorno cose nuove. I lettori sono la nostra linfa vitale, indispensabili per migliorare sempre.

Pubblicato il 21 Ottobre 2022
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