Pugni e calci fuori da scuola: la rissa diventa virale ma è la scuola a restarne ferita
Il video di una violenta lite all’esterno di un istituto superiore mostra un docente che, da solo, cerca di dividere le litiganti mentre i ragazzi filmano la scena. Nulla di nuovo, purtroppo, nella storia di crescita di generazioni che vanno aiutate a diventare cittadini

Una lite fuori dai cancelli della scuola superiore. Volano spintoni e poi arrivano le botte. Si alza una selva di cellulari accesi per riprendere la scazzottata al femminile. Qualche voce di incitazione. Un professore si butta nella mischia, per dividere le contendenti.
Ci riesce, almeno sembra. Si volta per chiedere di spegnere i cellulari mentre, alle sue spalle, il confronto si fa nuovamente acceso: una ragazza viene atterrata e sopraffatta. Il docente si rimette in mezzo, chiede e persino supplica i presenti di dargli una mano. Non sortisce grande effetto, e le immagini zummano sulla lotta, prima di interrompersi. Una scena che fa effetto: solo il docente, con la sua ostinazione, sembra voler difendere la normalità, il rispetto delle regole sociali.
Non ci nascondiamo: liti e risse dentro e fuori dagli istituti scolastici ci sono sempre stati, solo mancava quella tecnologia per immortalare “qui e ora” il momento e poi divulgarlo per renderlo perenne. Anche lo sforzo del paciere non è nuovo e che questa volta, sia stato un docente che, da solo, ha continuato nella sua opera ristabilisce il ruolo educativo della comunità scolastica.
Una comunità che, però, mostra la complessità e i difetti di una società: e così quintali di progetti sulla cittadinanza, sul civismo, sulla lotta al bullismo scompaiono dietro a uno scontro a muso duro tra ragazzi.
Da generazioni, la scuola si pone come luogo di crescita innanzitutto come cittadini e cerca tutte le possibili risposte davanti alle domande di aiuto. Anche questa volta cercherà tra le sue capacità interne e, sicuramente, anche tra quelle esterne, se necessario, per ristabilire l’ordine e la serenità nella sua comunità. Perché la scuola è un luogo di crescita che dà e pretende rispetto.
Il caso arriverà a chi di dovere e saranno adottate le misure necessarie per far sì che questi ragazzi imparino innanzitutto a crescere come cittadini. La scuola è un luogo prezioso, va tutelato da tutti e sempre. Nessuno si tiri indietro.
Il commento del direttore dell’ufficio scolastico di Varese Carcano
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Aver abbandonato la disciplina ed il rispetto delle regole a favore di un buonismo e vittimismo diffuso ha contribuito a crescere questi teppistelli allo stato brado che andranno a giustificare lo stipendio di fior di psicologici ed assistenti sociali quando basterebbe qualche sano scappellotto, prima ai genitori che evidentemente hanno fallito il loro compito primario e poi all’esuberante giovane content creator ormai reso completamente inebetito dallo smartphone e dalla mania di protagonismo dei social network.
le risse ci sono semrpe state…ok….
ma i veri ceffoni che mancano sono quelli che una volta si prendevanao in classe fin dalle elementari dai maestri…oppure a casa da nonni e genitori…
adesso sempre tutelati, semrpe giustificati…..noooo non si possono sgridare…noooo no nsi possono bocciare…altrimenti gli viene uno shock psicologico. Aggiungiamo che non si fa più neanche il servizio militare…
il pranzo è servito