Chi violenta una donna non è quasi mai uno sconosciuto
Durante l’incontro della rete Riv - prevenzione e contrasto alla violenza nei confronti delle donne con i comuni dell’ambito territoriale di Sesto Calende sono stati presentati i dati del report 2021 del centro “Donnasicura”

Si è tenuto martedì 13 dicembre l’incontro della rete Riv – prevenzione e contrasto alla violenza nei confronti delle donne con i comuni dell’ambito territoriale di Sesto calende. Durante l’incontro sono stati resi noti i dati del report 2021 del centro antiviolenza “Donnasicura” che ha accolto tramite i suoi sportelli ben 163 donne.
Si tratta per il 74% di donne italiane, di cui il 48% sono occupate, il 27% disoccupate, il 4% pensionate, il 4% studentesse e per il restante 17% il dato non è pervenuto. Il 49% delle donne che si sono rivolte allo sportello di “Donnasicura” ha scelto di denunciare il proprio maltrattante, mentre il 47% non lo ha fatto.
LA PAROLA SCONOSCIUTO È ASSENTE
È interessante notare che nell’ambito della relazione fra la donna e il maltrattante non compare mai la parola sconosciuto. Quindi la violenza è sempre stata perpetrata da persone note alla vittima. Inoltre, nell’89% dei casi si trattava di un componente della sfera familiare (marito 36%, ex marito 13%, ex compagno 9%, altro familiare 6%, conoscente 4%, datore di lavoro 2%, padre 2%, dato sconosciuto 5%).
Per quanto riguarda le violenze attuate da parte dei maltrattanti sulle donne accolte il 91% ha subito violenza psicologica, il 70% violenza fisica, il 48% violenza assistita da parte dei figli. E ancora: violenza economica 44%, stalking e/o atti persecutori 31%, violenza assistita da altri 25%, violenza diretta sui figli 19%, violenza su altri 19%, violenza sessuale 18%, molestie 7%, mobbing e sfruttamento 2%.
Per quanto invece riguarda il discorso dei figli circa il 63% risultavano essere minorenni. Mentre il soggetto maltrattante nel 73% dei casi è italiano, nel 13% non ha la cittadinanza italiana e per il 14% il dato è sconosciuto.
I PROGETTI CONDIVISI DALLA RETE
Erano presenti all’incontro l’assessora ai Servizi educativi con delega alle pari opportunità Rossella Dimaggio e Adelaide Caraci del Comune di varese capofila della rete Riv (Rete Interistituzionale Contro la Violenza sulle donne) che ha promosso l’iniziativa per tutti gli otto ambiti territoriali della provincia di Varese aderenti alla rete riv (113 comuni).
Per il territorio di Sesto Calende erano presenti gli amministratori, il presidente dell’assemblea dei sindaci e il sindaco del comune di Comabbio Marina Rovelli, l’assessore ai servizi sociali Jole Sesia e il vicesindaco di Sesto Calende Edoardo Favaron, l’assessore Stefania Gentile del comune di Vergiate, i servizi sociali e i servizi specialistici dei dodici comuni, il Centro antiviolenza “Donnasicura”, i referenti delle polizie locali e i referenti dei quattro comandi delle stazioni dei carabinieri, alcuni rappresentanti del terzo settore che gestiscono servizi di prevenzione e di presa in carico delle fragilità familiari sul territorio.
Nell’incontro, che è stato un dialogo tra i relatori e i presenti, si sono ribadite alcune modalità e procedure concordate con la rete nel momento i cui si prende in carico una donna vittima di violenza (ruolo della rete, dei centri antiviolenza, delle case rifugio, dei servizi sociali comunali, delle amministrazioni, delle forze dell’ordine).
Si sono ricondivisi i due progetti in questo momento attivati dalla rete con finanziamenti regionali 2022-2023: progetto Aura sui temi: sostegno centri antiviolenza, sostegno strutture per ospitalità (pronto intervento, ospitalità di I livello ad indirizzo segreto e non), formazione e comunicazione. E il progetto restart sui temi dell’inserimento lavorativo, autonomia abitativa della donna vittima di violenza nella fase di superamento della condizione di violenza.
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