Delega al Governo per definire la presa in carico degli anziani: Uneba chiede il coinvolgimento del terzo settore

L'Aula di Montecitorio ha approvato il DDL con le deleghe al Governo. Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia, chiede di non dimenticare l'offerta delle mille strutture noprofit

casa riposo

La nuova rete per la presa in carico del paziente anziano che dovrà uscire da un provvedimento del Governo nasce già tra le critiche.
L’Aula della Camera ha approvato definitivamente il ddl recante deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

«Il provvedimento – si legge nella nota di Montecitorio – è volto a dare attuazione alla riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti, prevista dal PNRR (Missione 5 – Componente 2), ai sensi del quale il termine per l’adozione della legge delega è fissato al primo trimestre 2023. Il termine previsto per l’approvazione dei decreti legislativi è invece fissato al primo trimestre del 2024.

Il testo muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all’istituzione di Punti Unici di Accesso (PUA) su tutto il territorio si potrà effettuare in una sede unica una valutazione multidimensionale, finalizzata a definire un progetto assistenziale individualizzato (cosiddetto PAI).

Ulteriori elementi di rilievo del provvedimento, composto da 9 articoli, sono:

– la definizione di una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi;
– la promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto turismo lento; la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale anche nell’ambito di case famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari;
– la promozione di interventi per la prevenzione della fragilità di persone anziane;
– l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD);
– il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso gli hospice;
– la previsione di interventi in favore dei caregiver familiari, altro tema che è stato affrontato nella discussione in Commissione e che dovrà trovare ulteriori processi di definizione e di attuazione anche delle politiche di sostegno del lavoro incredibile e importante che svolgono i caregiver familiari.

È stata demandata ai decreti legislativi delegati:

– la definizione di persona anziana;
– la definizione di popolazione anziana non autosufficiente;
– la definizione del sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa)».

L’approccio legislativo, però, ha già intascato alcune puntualizzazioni del Presidente di Uneba Lombardia Luca Degani che fa notare il mancato raccordo tra questo percorso legislativo e l’esistente DM77 che definisce la sanità territoriale: « Senza disconoscere che sia un passo positivo per il nostro Paese – commenta Degani –  si deve ricordare la necessità di riuscire ad integrare tale provvedimento non solo con il PNRR, di cui è “figlio” ma soprattutto con la revisione della sanità territoriale (dm 77). Case ed ospedali di comunità sono luoghi che necessitano di vedere l’integrazione tra le politiche per gli anziani e le politiche per le cronicità.

La scelta di aver finanziato in modo esclusivo le autonomie locali sul tema della localizzazione di tali servizi non rispetta una storia di presa in carico per la popolazione fragile che ha trovato fino ad oggi risposte dal mondo del terzo settore.

Sul territorio lombardo (e non solo) vi sono quasi 1000 unità di offerta noprofit residenziali, ambulatoriali e domiciliari in grado di essere centro multiservizi per la cronicità a partire dalla loro esperienze sugli anziani e disabili.

Altro tema da affrontare la mancanza di figure professionali mediche ed infermieristiche e la necessità di affrontare la revisione delle figure intermedie quali gli operatori sociosanitari, ad esempio facendo partire sull intero territorio nazionale i corsi di formazione per gli operatori sociosanitari specializzati a copertura della carenza infermieristica.

Da ultimo è necessario chiarire che i 3 miliardi di finanziamento per l’erogazione della assistenza domiciliare previsti nel PNRR possano implementare l’attuale offerta composta in larghissima parte di realtà noprofit e non siano demagogicamente limitate a finanziare una inesistente offerta di servizi ad erogazione pubblica».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Marzo 2023
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