La protesta in Europa. “E gli italiani? A casa sul divano a poltrire”

Dagospia punta il dito contro gli italiani che subirebbero tutto senza il coraggio di reagire. Le cose stanno davvero così? E da cosa dipende questa situazione?

Cartelli di protesta all'istituto Casula di Varese

“In Francia fanno la Rivoluzione, in Grecia esplode la rabbia, pure nella ricca Germania scioperano. E gli italiani? A casa sul divano a poltrire. In tutta Europa si susseguono manifestazioni contro il caro vita, scontri con la polizia per le pensioni, proteste per le politiche di austerity che hanno impoverito la popolazione. Solo un paese è apparentemente tranquillo, e subisce tutto, senza colpo ferire. Sarà perché la protesta, da Grillo a Meloni, è stata inglobata dal potere e a regnare è solo la disillusione”?

Lo scrive Dagospia presentando una serie di video che riprendono le piazze in protesta in giro per l’Europa. La provocazione è forte e le risposte possono essere tante.

La nostra scarsa protesta affonda in diverse ragioni viene da dire. La prima riguarda un tema economico e sociale:
1) 16 milioni di pensionati che percepiscono 312 miliardi di assegni
2) 3.2 milioni di dipendenti pubblici pari al 13,5% della forza lavoro in Italia
3) 1,7 milioni con reddito di cittadinanza che coinvolge 3,8 milioni di cittadini
4) il 71% degli italiani ha una casa, il 9% vive in usufruttò gratuito e quindi solo il 20% è in affitto.

Questo significa che un italiano su quattro compresi i bambini prendono soldi dallo Stato. Abbiamo un sistema di diritti e di welfare che inizia a scricchiolare, ma ancora c’è. La casa è un vero problema si e no per il 10%.

Il lamento è un’abitudine mentale che non corrisponde alla realtà. A cui potremmo aggiungere l’atavica arte di arrangiarsi. Inoltre, ci hanno addormentati tutti e il livello culturale medio è deprimente.

Queste potrebbero bastare come ragioni per spiegare la scarsa protesta nel nostro Paese. Contro chi ce la dovremmo prendere tenendo conto che il rancore si alimenta sui social, ma non è la vera molla che spinge alla richiesta di cambiamento. L’indignazione non basta. Aggiungiamo il fatto che i giovani preferiscono andarsene che combattere.

Ne avremmo di ragioni per protestare, ma servirebbero risposte complesse e una prospettiva credibile altrimenti sarà dura che si cambi. Meglio scegliere sempre il “nuovo” convinti che i problemi li risolva la politica. Una vera illusione e basta.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Marzo 2023
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Commenti

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  1. Castegnatese ora Insu
    Scritto da Castegnatese ora Insu

    agli italiani va bene così
    hanno votato in massa la Melonied ora, nonostante gli sbarchi in aumento, la benzina e tutto nessuno si lamenta.
    era colpa della sinistra, di draghi…ed ora ?
    probabilmente sulle reti mediaset hanno smesso di parlare di questi problemi ed ora l’attenzione è concentrata su altro (scippi a milano ad esempio).
    per le pensioni….tutti imbestialiti con la Fornero.
    ma quando hanno alzato l’età Maroni e poi Tremonti andava bene ?
    non ricordo grandi polemiche

  2. Avatar
    Scritto da lenny54

    Aggiungerei anche il centinaio di miliardi di evasione fiscale, i ripetuti condoni, frutto degli evasori e dei complici. Perche’ mai dovremmo protestare…?!?

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