Arrivano i carabinieri per il “vaffa“ sotto al tricolore sull’auto targata Ticino parcheggiata a Varese
Il fatto avvenuto due settimane fa nei parcheggi del centro commerciale Belforte. Identificato il conducente dell’auto: “Non volevo offendere nessuno”

La sua intenzione – dice l’automobilista ticinese – non era quella di offendere.
Eppure qualcuno il 15 giugno scorso non ha digerito quell’adesivo tricolore appiccicato alla parte posteriore di un suv targato appunto Canton Ticino che portava la parola inequivocabile suonata appunto come un’offesa: “Vaff……”.
Dunque lo spirito patrio del cittadino ha prevalso sul tono forse un po’ volgare, eccessivo, ma considerato anche canzonatorio, dello sticker. Sono stati chiamati i carabinieri. E sul posto è arrivata una pattuglia del nucleo operativo radiomobile dell’Arma in forza alla Compagnia di Varese che ha identificato l’automobilista, il quale avrebbe appunto minimizzato il fatto.

Un gesto considerato “borderline”: probabilmente non vi sono conseguenze tali da finire di fronte ad un giudice, anche se il codice penale prevede per il “vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato” (292 cp), che “chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000“.
Dunque in probabile assenza di un magistrato a “pesare“ il comportamento, resta al giudizio di ciascuno valutare se quella scritta con la più italica delle offese, divenuta nel tempo quasi intercalare volgare ma di uso comune, possa rappresentare o meno un’offesa per il tricolore.
(Negli scatti, l’auto parcheggiata negli stalli del centro commerciale Belforte di Varese)
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Cercando in rete si trovano parecchi adesivi col tricolore e la scritta incriminata; a quanto pare sono sfuggiti alle indagini sul 292 c.p.
Non doveva chiamare i carabinieri…. Ad un ebete così doveva chiamare uno psicologo , la prossima volta alla Migros per fare la spesa … buffone