Monza, partita di terza categoria a porte chiuse per decisione del Questore
Venerdì la decisione del questore di Monza che ha chiuso lo stadio ai tifosi decidendo di far disputare il match a porte chiuse. I tifosi di casa: "Repressione senza motivo"

Nella giornata di ieri, venerdì 17 marzo, è stata notificata alla società calcistica Dal Pozzo (società di Limbiate che milita nella terza categoria monzese) dalla Questura di Monza l’ordinanza che prevede le porte chiuse per la partita di domenica 19 marzo contro il San Giuseppe Arese. La notizia ha indispettito parecchio la piccola realtà sportiva cittadina che ha voluto esprimere sul proprio profilo Facebook, tutta l’amarezza per una decisione spropositata – a loro giudizio – rispetto all’atmosfera che si vive durante le partire del Dal Pozzo.
«In otto anni di FC Dal Pozzo due cose non sono mai mancate, specialmente in casa nostra: un tifo passionale, spalti aperti senza limitazioni economiche (offerte libera) o di tifo. Questi i nostri fatti» – sostiene la società che critica la scelta della Questura di Monza definendola «in linea con il ministro Piantedosi, a sua volta in continuità coi suoi predecessori: una non-gestione dell’evento sportivo in chiave prettamente repressiva».
La società racconta il clima dell’ultima partita giocata in casa, una partita decisiva per le sorti del campionato: «Domenica scorsa, in uno scontro diretto al vertice, erano presenti due tifoserie, spalti gremiti, i ragazzi delle giovanili di Serenissima, amici, genitori, ultras, avventori occasionali. Questo è stato per noi un successo, malgrado la delusione prettamente sportiva derivata dal campo. Questa la nostra visione di calcio.
«Per domenica 19 marzo ci è stato imposto di tenere chiusa casa nostra, il nostro campo di casa, per l’incapacità di gestire un evento sportivo, nella fattispecie – per quanto ci piaccia cantarcela e suonarcela – una partita di terza categoria.
Andremo ancora più convintamente e orgogliosamente avanti per la nostra strada. Domenica vogliamo undici, anzi venti, leoni».
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