Sala affollata per la prima presentazione del nuovo romanzo di Pier Vittorio Buffa: “La Casa dell’uva fragola”

L'opera letteraria ha suscitato grande interesse nel pubblico, che ha avuto modo di assistere ad un dialogo tra Buffa e i direttori di Varesenews e La Prealpina nonché all'interpretazione di alcuni passi del romanzo da parte di Susanna Miotti

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È stato presentato venerdì 10 marzo al Salone Estense di Varese, il nuovo romanzo di Pier Vittorio Buffa intitolato “La Casa dell’uva fragola”.

L’opera letteraria, ambientata fra le guerre d’Indipendenza e la Seconda Guerra Mondiale e caratterizzata da riflessioni e valorizzazione delle piccole comunità locali, ha suscitato grande interesse nel pubblico, che ha avuto modo di assistere ad un dialogo tra Buffa e i direttori di Varesenews e La Prealpina, rispettivamente Marco Giovannelli e Silvestro Pascarella, nonché all’interpretazione di alcuni passi del romanzo da parte di Susanna Miotti.

Ambientato fra Varese e il Lago Maggiore, il libro ha come principale scenario Castello Cabiaglio, un piccolo paese che, come ha sottolineato il suo primo cittadino Marco Galbiati durante la presentazione, è stato spesso oggetto di scritti letterari ma che in questo romanzo riesce ad acquistare una dimensione nuova e intrigante, grazie alla fusione fra i grandi eventi storici e la dimensione famigliare della Casa dell’uva fragola, un grande portone verde che rappresenta il cuore del romanzo.

«Devo essere sincero, è stata una lettura entusiasmante- ha esordito Marco Galbiati dopo l’introduzione dell’assessore alla Cultura di Varese Enzo Laforgia – in particolare, mi ha colpito come Pier Vittorio sia riuscito a far emergere l’elemento cardine dei paesini, ovvero la socialità di quel tempo, nel libro rappresentata dal rapporto di condivisione che si era creato fra le famiglie borghesi e le persone modeste, quando i figli andavano al fronte, quando morivano. Nel mio piccolo – ha concluso il primo cittadino di Cabiaglio – spero di essere riuscito a ricreare anche solo un pochino di quella socialità che c’era un tempo. Spero che piano piano si riesca a tornare ad avere una comunità sempre più legata e attenta ai bisogni degli altri».

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A risaltare maggiormente nel libro di Buffa è infatti l’intrecciarsi di micro e macro storie, una fusione che rende il romanzo suggestivo e coinvolgente. «In modo particolare – ha sottolineato il direttore di Varesenews Marco Giovannelli – affascina questa condizione di globale e iper locale dove il contesto delle grandi guerre viene visto dagli occhi di una piccola comunità di neanche 700 abitanti. E’ un importante piano di lettura, si ha quasi la sensazione di un bisogno di restituzione. A tal proposito, perché ha voluto ambientarlo proprio a Cabiaglio?».

Buffa, nato a Roma da papà varesino e mamma umbra, ha rivelato di aver scoperto le sue radici proprio a Castello Cabiaglio, dove, fin da quando aveva 8 mesi, ha trascorso tutte le estati. «Qui ho fatto le mie prime esperienze adolescenziali e ho legato molto al luogo anche tramite i racconti di nonni e zii.  La Casa di Castello Cabiaglio, con il tempo, è diventata molto di più che semplici mura, è diventata famiglia, storia. Ancora oggi le camere prendono il nome di coloro che non ci sono più, come “la camera dello zio Ernesto” o “la camera dei nonni”».

Oltre a rivelare l’importanza delle radici e dei valori, nel nuovo romanzo di Buffa emerge anche l’aspetto particolare dei sentimenti, «che allora, rispetto ad oggi – ha sottolineato Pascarella – venivano espressi con pudore, “nascosti” su un bacio su un francobollo o in piccole frasi».

«Sono riuscito a “immedesimarmi” in quella tenerezza e purezza di un tempo grazie alle tante lettere che ho trovato e letto della mia famiglia – ha spiegato l’autore -. Meglio fra tutti a rappresentare questa condizione nel romanzo sarà il postino quando instaurerà un insolita corrispondenza con Ezechiella, trasferitasi da Cabiaglio a Milano per un breve periodo. In questo caso emergerà molto il legame profondo con la comunità, il bisogno di mantenere un rapporto con casa ovunque tu sia».

Ezechiella «insieme a Ernesta e Francesca, è fra le protagoniste del romanzo. Sono le donne che hanno vissuto le stanze e il giardino della Casa dell’uva fragola, di cui i quadri, i mobili, i fiori e gli alberi raccontano le loro storie. Storie che mi sono cresciute in mano, costruendo i loro caratteri, mettendo a confronto le loro vite» ha aggiunto Buffa che, in ultimo, ha affrontato un altro tema importante: quello del dolore.

«Rinnovo i ringraziamenti a Pier Vittorio Buffa. Queste serate hanno una funzione civica e civile molto importante, perché è quando penetriamo nella nostra storia che prendiamo coscienza di quello che è stato e di quello che dovremmo fare per continuare a tutelare il nostro territorio e passato» ha concluso Laforgia.

A Cabiaglio da Garibaldi alla Grande guerra attraverso il romanzo di Pier Vittorio Buffa

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Pubblicato il 12 Marzo 2023
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